Un italiano inventa lo strumento per la diagnosi precoce del Parkinson: lo useranno anche i medici di base
Oggi di Parkinson ci si ammala, ci si muore: non c'è una cura vera e propria, ma solo delle terapie che rallentano il decorso e che cercano di limitare le complicanze tipiche. Il problema attuale relativamente al Parkinson è la lentezza della diagnosi ed il margine di errore ad essa associato: quando si è in grado di definire un quadro clinico preciso è completo sono già passati anni, troppo tardi per intervenire efficacemente. Per questo motivo il macchinario progettato da un giovane neurologo dottorando italiano, Lazzaro di Biase, 32 anni, si presenta come una vera rivoluzione.
Il macchinario porta allo 0% il margine di errore sulla diagnosi ed è capace di individuare la malattia anche nelle sue primissime fasi: è così semplice da usare, che può gestirlo anche il medico di base.
La diagnosi viene dunque fatta in tempi brevissimi, in modo preciso e soprattutto con il minimo dell'invasività sul paziente. L'obiettivo di Lazzaro di Biase, così come di tutto il team della start-up PD Innovations da lui fondata proprio per accelerare la realizzazione di tale macchinario, è quello allungare l'aspettativa di vita delle persone affette da Parkinson e soprattutto migliorare la qualità della loro vita. In cantiere ci sono diversi progetti che, oltre alla diagnosi, vogliono affinare anche le terapie e il monitoraggio della malattia, arrivando a stabilire una cura personalizzata per ogni paziente.
Il macchinario, dunque, risolve un problema importante a cui le tecnologie odierne non riescono a far fronte: le diagnosi tardive e quindi inefficaci. Il Parkinson, se diagnosticato precocemente, può essere tenuto a bada farmacologicamente e ai pazienti si può garantire un'aspettativa al pari di quella di una persona sana.
Un punto di svolta per chi si trova a lottare contro il morbo.
Il neurologo italiano riconosce l'importanza di risolvere i problemi motori che il Parkinson causa: le cause di morte, infatti, sono riconducibili più all'immobilità che al Parkinson stesso. Per migliorare i movimenti dei pazienti, oltre alla diagnosi precoce, è necessaria una terapia migliorata nella qualità e nel dosaggio dei farmaci: per questo Di Biase pensa ad un microinfusore attivo costantemente simile a quello che oggi usano i diabetici per introdurre nell'organismo l'insulina. In questo modo potrebbe essere possibile eliminare le tipiche fluttuazioni motorie che i parkinsoniani sono costretti a sopportare ogni giorno, passando dalla completa immobilità agli spasmi involontari.
I progetti futuri del team di Di Biase e il macchinario già presentato promettono di migliorare la vita dei malati di Parkinson: il medico è fiducioso che, per quanto riguarda il macchinario, i test potranno terminare entro il 2020, per poi passare subito all'introduzione negli studi medici specialistici e in quelli base.
Sources: