La Finlandia fa un passo indietro sul reddito di cittadinanza: ecco che cosa non ha funzionato
Risale alla fine del 2017 la decisione del governo finlandese di iniziare a testare il tanto discusso reddito di cittadinanza: aveva disposto il versamento di 560 euro mensili ai giovani disoccupati, garantito anche nel caso in cui avrebbero trovato lavoro. Il test era volto ad indagare se in questo modo i giovani sarebbero stati comunque spronati a ricercarsi un posto nella società lavorativa, o se si sarebbero adagiati sugli allori. Tra le critiche e gli applausi, il governo di Helsinki ha dato il via libera allo stop del progetto.
Un reddito di cittadinanza molto ambizioso quello finlandese, totalmente slegato dall'obbligo di cercare lavoro.
Miguel Virkkunen Carvalho/Flickr
A differenza delle proposte di reddito di cittadinanza che i politici di altri paesi hanno avanzato, quella finlandese non poneva i beneficiari dell'assegno mensili davanti all'obbligo di cercare lavoro o di accettare le offerte inoltrate dai centri per l'impiego: forse è stato proprio questo aspetto a mandare tutto in tilt.
Il governo, infatti, ha deciso di non proseguire con il progetto al termine della sua scadenza, per ricorrere invece ad altre forma di assistenza sociale. Non si ha ancora la certezza di cosa abbia fatto cambiare idea ai ministri, ma un peso potrebbe averlo avuto l'inerzia provocata nei giovani nella necessità di cercare lavoro. A quanto pare, il sussidio ammontava ad una cifra troppo elevata, di modo che ad un disoccupato non conveniva trovare un impiego, nonostante la garanzia della prosecuzione dell'assegno anche da occupato. Molto meglio ricevere poco, ma a faticare zero.
Un vero colpo basso per i sostenitori del reddito di cittadinanza, che avevano visto nella Finlandia il faro che avrebbe illuminato il resto dell'Europa.
Ma il reddito di cittadinanza non è solo un sussidio ai singoli cittadini volto a garantire loro una qualità di vita maggiore: dietro questa 'utopia' c'è la possibilità di trasformare il cittadino, ed in generale l'essere umano, in consumatore a pieno titolo che non ha più bisogno di trovare dignità nel lavoro, ma che si può accontentare di essere l'ultimo tassello di una filiera produttiva in futuro del tutto robotizzata.
Personaggi come Elon Musk, fondatore di Tesla, vedevano nel reddito di cittadinanza la possibilità di espandere la sostituzione degli esseri umani con i robot, senza per questo provocare il collasso economico.
Un fallimento quello finlandese che sicuramente farà pensare e magari ripensare, in attesa dei dati ufficiale che renderanno più chiari i motivi del passo indietro.