Una fotografa colora le ultime foto di una giovane prigioniera di Auschwitz: il risultato è straziante
Marina Amiral è un'artista del digitale che da qualche anno si focalizza sul dare colore a noti scatti in bianco e nero, una tecnica che sembra ridare vita al passato, conferirgli una nuova vitalità e trasmettere un senso di rinnovata vicinanza fra il soggetto e l'osservatore.
Una delle fotografie che più ha colpito, fra quelle da lei ritoccate, è sicuramente quella della quattordicenne Czeslawa Kwoka, una giovane polacca che vide finire i suoi giorni in quel di Auschwitz nel 1943.
Czeslawa Kwoka fu deportata insieme alla madre Katarzyna nel dicembre del 1942: la donna morì il 18 febbraio del 1943, la giovane Czeslawa il 12 marzo.
Le cause del decesso non sono state registrate.
"Dare colore alle foto che ritraggono Czeslawa è stato molto difficile... Guardare il suo volto così a lungo sapendo ciò che le è accaduto è stato doloroso".
"Col mio lavoro ho voluto dare a Czeslawa l'opportunità di tornare a "raccontare" la sua storia".
"Perché dare colore a uno scatto in bianco e nero significa facilitare il nostro senso dell'immedesimazione".
"Significa rendere più reali i segni dei maltrattamenti che queste persone portavano in volto".
L'uomo che scattò le fotografie originarie, Wilhelm Brasse, era esso stesso un prigioniero di Auschwitz. Fu lui a raccontare le circostanze in cui furono scattate le foto di Czeslawa: la ragazzina naturalmente non capiva il tedesco e così fu picchiata da una donna incaricata di sorvegliare i prigionieri.