Rendere fertili i terreni desertici senza sostanze chimiche: ecco l'invenzione che lo rende possibile
I deserti coprono circa un terzo della superficie terrestre, esattamente il 30% delle terre emerse: se per secoli l'uomo ha evitato questi luoghi ostili alla presenza umana, ora, tendendo conto dell'aumento demografico mondiale e della diminuzione della superficie coltivabile, li guarda come probabili terreni agricoli. Una follia? Esistono diverse tecniche che promettono di rendere utile un terreno sabbioso: quella dello scienziato norvegese Kristian Morten Olesen sembra essere la più promettente.
Kristian Morten Olesen ha brevettato un processo che mescola nanoparticelle di argilla con acqua e che le lega poi ai granelli di sabbia.
Il mix di argilla ed acqua è stato chiamato Liquid Nanoclay (LNC) e nel 2015 ha vinto il primo premio del contest ClimateLaunchpad, evento in cui vengono presentate le più innovative tecnologie a favore dell'ambiente.
Come funziona?
Il mescolamento dell'argilla e dell'acqua viene eseguito senza alcun additivo chimico: la miscela viene poi spruzzata direttamente sul suolo sabbioso asciutto, riducendo così la dispersione dell'acqua del terreno del 65%. Il trattamento ha durata massima di 5 anni.
L'effetto del Liquid Nanoclay è quello si saturare i primi 40-60 cm di terreno, in modo da renderlo permeabile come una spugna e capace di trattenere l'umidità e le sostanze nutritive.
Il Liquid Nanoclay è stato già sperimentato su diversi suoli desertici, dando risultati eccezionali.
Sui terreni trattati con Nanoclay è stato possibile coltivare le più varie piante ed ortaggi, aprendo così di nuovo la speranza di poter utilizzare i vasti deserti che caratterizzano il nostro pianeta, il tutto in maniera naturale.