6 famosissime sculture che nascondono aspetti difficili da decifrare
Un dato che accomuna molti grandi scultori è il pensare alla propria opera come ad un essere da svelare, nascosto in un blocco, avviluppato dalla materia in più che lo soffoca e che sta all'artista eliminare. Un pensiero che equivale ad attribuire alla scultura la volontà di raccontare qualcosa; una storia che sta all'artista portare alla luce, lasciando poi che sia l'opera a "parlarne" allo spettatore. Tuttavia non sempre la comprensione di questa storia è immediata per chi la osserva e contempla: molto spesso dettagli importanti possono sfuggire alla nostra attenzione.
Ecco alcuni esempi famosi di statue che nascondono un mistero difficile da decifrare.
1. "La vestale velata", di Raffaele Monti (metà XIX secolo)
Osservando questa statua, avresti voglia di soffiare sul velo, per vederlo muoversi. Questo effetto particolarmente realistico è stato realizzato utilizzando un marmo a due strati, uno più trasparente e uno più spesso dell'altro, e che Monti ha lavorato intagliando lungo il bordo che li separa.
2. "Augusto di Prima Porta" (tra il 20 e l' 8 a.C.)
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Questa riproduzione marmorea dell'imperatore Augusto è presa ad esempio di come le statue antiche -ma anche i complessi architettonici-, di epoca greca e roma, fossero dipinti in origine; una moltitudine di colori che tuttavia è andata persa nel tempo.
3. '' The Little Mermaid '' di Edvard Eriksen (1913)
La storia che la Sirenetta simbolo della città di Copenaghen vuole raccontarci e di cui non tutti sono a conoscenza, è il vandalismo di cui è stata vittima in varie occasioni. Nel 1964 la testa fu rimossa, sparendo per sempre: fu sostituita con una copia. Nel 1984 due vandali le tagliarono il braccio destro, riconsegnandolo giorni dopo. Nel 1990 qualcuno tentò nuovamente di segare la testa: la statua venne allora rimpiazzata con una copia, ma nel 1998 le fu tagliata di nuovo la testa, poi riconsegnata. In seguito, è stata più volte imbrattata di vernice, e nel 2003 persino sradicata dalla sua roccia!
4. "Mosè" di Michelangelo Buonarroti (1513-1515)
Le corna che si osservano sulla testa della famosissima statua di Buonarroti sono frutto di un'errata interpretazione del testo biblico: la parola ebraica usata per indicare "radianza" - caratteristica con cui nell'Esodo è descritta la figura del profeta quando scende dal Sinai - può significare anche "corna".
5. "Nike di Samotracia" di Pitocrito (tra 200 e 180 a.C)
Rimasta nel santuario dei Grandi Dei di Samotracia per diversi secoli, la Nike scomparve misteriosamente, per poi essere rinvenuta nel 1863 nello stato frammentario in cui la ammiriamo ora. E ammirare è il termine esatto: infatti, nonostante i tentativi falliti di ricostruirne testa e braccia (parti delle mani sono state ritrovate), l'imponente statua della dea è perfetta così com'è, senza bisogno di aggiungere nulla.
6. "David" di Michelangelo Buonarroti (1501-1504)
Il David di Michelangelo nasconde bene la sua imperfezione: è leggermente strabico. Un dettaglio voluto: o perché potesse essere ammirato da entrambe le parti, o semplicemente perché nell'antichità lo strabismo era considerato un particolare segno di bellezza.