Le chopine, le zeppe del XV secolo che potevano raggiungere anche 50 cm di altezza
Le scarpe sono da sempre l'accessorio per eccellenza di ogni guardaroba femminile, diventando tratto distintivo del proprio stile e modo di essere. A seconda della moda del momento, si è assistito ad un moltiplicarsi di tipi di calzature, alcune delle quali sono rimaste più o meno invariate, mentre altre sono andate -fortunatamente in alcuni casi- estinguendosi, e si limitano oggi a decorare le vetrine di alcuni musei: è il caso delle Chopine, scarpe che permisero alle signore di aggiungere fino a 50 cm in più d'altezza!
Le Chopine, le antenate delle moderne zeppe.
Internet Archive Book Images/WIkimedia
Diffuse in Europa tra XV e XVII secolo, le Chopine erano calzature prettamente femminili, antenate delle moderne "zeppe", da cui si distinguono per due caratteristiche fondamentali: la maggiore imponenza e l'utilità, pratica e sociale. Ideate per proteggere i piedi da strade dissestate, fangose o bagnate-evitando così di sporcarsi i vestiti-, le Chopine erano anche uno status symbol, che indicava la nobiltà di natali della loro proprietaria; ma non solo. Erano infatti anche parte dell'equipaggiamento delle cortigiane, indispensabili per metterle in risalto.
Per regolamentarne l'uso, a Venezia fu introdotta una legge che limitava la loro altezza.
Non a caso, le Chopine divennero molto popolari a Venezia, a tal punto che il doge nel 1430 dovette emanare una legge per limitarne l'altezza a 8 cm: norma che fu ampiamente ignorata, come dimostrano gli esemplari alti 50 cm esposti al Museo di Palazzo Mocenigo e al Museo Correr di Venezia.
La zeppa era fatta di sughero, quindi molto leggera.
Rama & the Shoe Museum in Lausanne/Wikimedia
Ma come erano realizzate? La zeppa era in sughero, legno o legata in metallo, ricoperta poi in cuoio, broccato o velluto, spesso nello stesso tessuto dell'abito cui si abbinavano; perle e ricami completavano poi le fini decorature di queste notevoli calzature.
Erano frequenti gli incidenti proprio causati dalle zeppe, che rendevano instabile e incerta l'andatura di chi le indossava.
Rama & the Shoe Museum in Lausanne/Wikimedia
Di indubbio impatto visivo, queste calzature non erano il massimo del comfort, né della sicurezza. Le donne che le indossavano assumevano un'andatura instabile ed erano costrette a farsi accompagnare da uno o due valletti cui appoggiarsi. Questo non impediva che vi fossero tuttavia indossatrici più abili a camminare su questa sorta di trampoli: ad esempio, il maestro di ballo Marco Fabrizio Caroso nel suo “Nobiltà di Dame” del 1600, sosteneva che una donna avrebbe dovuto ballare con grazia e bellezza anche con le chopine.
Tuttavia, uomini e clero incoraggiavano le donne ad indossarle...
Eppure, in generale, le chopine costringevano le donne a movimenti limitati, e sotto gli occhi di tutti. Non a caso il loro uso fu incoraggiato sia dai gelosi mariti veneziani -mercanti spesso e a lungo fuori casa- sia dal clero della Serenissima, in quanto riducevano ogni tipo di attività considerata peccaminosa.
Sebbene molto diffuse in Italia, ebbero origine in Spagna.
Rama & the Shoe Museum in Lausanne/WIkimedia
Se spopolarono tra le veneziane, la loro origine è però da localizzare nella Spagna del XIV secolo, non solo perché sono stati ritrovati modelli risalenti a quest'epoca, ma anche considerando che la loro realizzazione assorbì la maggior parte della produzione spagnola di sughero nel '400. Ben presto, infatti, queste scarpe si diffusero oltre i confini nazionali, e non solo in Italia, ma anche in Francia, Inghilterra, per arrivare persino in Cina!
Queste calzature si diffusero però in Italia con il nome di "pianelle", che però oggi ha assunto un significato diametralmente opposto a quello delle antiche scarpe. Le ritroviamo nel dipinto del 1490 "Le due dame veneziane" di Vittore Carpaccio, dove le signore sono rappresentate insieme a delle tipiche pianelle rosse.
In qualunque modo le si voglia chiamare, è tuttavia altamente improbabile riuscirne a trovarne in vendita oggi, e anche le donne più audaci dovranno perciò accontentarsi -fortunatamente- di più modesti e comodi tacchi e zeppe!