Pompei antica: la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio restituisce una pagnotta di 2000 anni INTATTA

di Giulia Bertoni

11 Luglio 2018

Pompei antica: la città sepolta dall'eruzione del Vesuvio restituisce una pagnotta di 2000 anni INTATTA

Nell'anno 79 a.C. si verificò quello che viene tuttora considerato il principale evento eruttivo del Vesuvio, il vulcano che sovrasta il golfo di Napoli: la forza distruttiva dell'evento fu così spietata e rapida da non solo distruggere completamente le città che sorgevano ai piedi della montagna addormentata, Ercolano, Oplontis, Stabia e la più nota Pompei, ma sorprendendo i loro abitanti e fermandoli per sempre nelle attività che stavano svolgendo. Questo ha fatto sì che oggi disponiamo di una vasta gamma di reperti archeologici a dir poco unici.

Ignorando la vera natura della montagna, gli abitanti della zona non si preoccuparono di mettersi in salvo...

Ignorando la vera natura della montagna, gli abitanti della zona non si preoccuparono di mettersi in salvo...

Pixabay

In poco tempo si scatenò una pioggia di pomici, ceneri e lapilli che invasero le strade impedendo la fuga ai cittadini e ricoprendo le città con quelli che alla fine sarebbero risultati essere ben dieci metri di materiale eruttivo: la bellissima Pompei e le altre città campane scomparvero alla vista.

Fu solo a partire dal 1700 che si iniziò a scavare in quella zona e a ritrovare tracce di quelle movimentate cittadine romane spazzate via in un attimo.

Fu solo a partire dal 1700 che si iniziò a scavare in quella zona e a ritrovare tracce di quelle movimentate cittadine romane spazzate via in un attimo.

pompeiisites.org

Dai primi scavi archeologici avvenuti nel 1748 ad oggi, la gamma di reperti rinvenuti è vastissima: sculture, mosaici, affreschi, ma anche corpi di esseri umani e animali carbonizzati, trasformati in statue e conservate intatto fino ai giorni nostri, quando sono state riportate alla luce grazie a dei calci in gesso.

Fra gli oggetti più curiosi, figurano anche dei resti di cibi: fichi, noci, melagrane, olive, pesche e persino delle pagnotte di pane a otto spicchi perfettamente conservate.

È proprio questa una delle scoperte che desta maggiore curiosità e che in qualche modo obbliga a immaginare la quotidianità interrotta dei pompeiani...

È proprio questa una delle scoperte che desta maggiore curiosità e che in qualche modo obbliga a immaginare la quotidianità interrotta dei pompeiani...

pompeiisites.org

Questa forma di pane carbonizzato è stata rinvenuta in un edificio pompeiano ed è ora esposta in una delle sale dell'Antiquarium di Boscoreale, un edificio nel quale ci si serve di strumenti didattici per illustrare ai visitatori proprio il modus vivendi degli abitanti dell'agro vesuviano.

Il pane veniva prodotto nel pistrinum, la casa del pane, di cui oggi sono stati portati alla luce ben 35 esempi.

Il pane veniva prodotto nel pistrinum, la casa del pane, di cui oggi sono stati portati alla luce ben 35 esempi.

Stefano Renna

In essi troviamo impianti per la macinazione del grano, i bacini per l'acqua, il forno coperto a volta e dei tavoli in pietra su cui venivano lasciate a riposare le pagnotte prima di essere infornate.

La scoperta della pagnotta carbonizzata ha scatenato persino la curiosità di uno chef italiano, Giorgo Locatelli, che ha collaborato con il British Museum di Londra per provare a ricreare la ricetta originariamente usata per preparalo! Il video (qui sotto) in cui viene presentato il progetto si apre dicendo:

"Duemila anni fa un uomo mise il pane a cuocere; nel 1930 il forno fu aperto durante gli scavi di Ercolano e nel 2013 il British Museum chiedeva a Giorgio Locatelli di replicarne la preparazione...".

Potete trovare qui tutte le info per visitare questo bellissimo parco archeologico: http://www.pompeiisites.org/index.jsp?idProgetto=2