8 antiche procedure mediche che per fortuna non esistono più
Il metodo scientifico, cioè l'insieme di procedure che ci garantisce una conoscenza adeguata della natura, è stato affinato tra il diciassettesimo e il diciottesimo secolo. La scienza medica moderna, quella che va di pari passo con la chimica e la sintesi di medicinali, inizia a essere una realtà solo nel diciannovesimo secolo. E prima? Non si curavano?
Ma certo che sì. Teorie sul funzionamento del corpo umano e metodi per curarlo sono sempre esistiti. A volte funzionavano anche, benché basati su conoscenze approssimative, miste a superstizioni. Altro volte... non proprio.
Ecco otto esempi di quelle altre volte che è meglio dimenticare.
1. Le anestesie erano a base di estratti di ginepro e mandragora.
Intervenire chirurgicamente è sempre stata una necessità nella storia umana. Solo che prima dell'invenzione delle moderne anestesie, faceva un pochino male penetrare dentro un corpo umano vivo o ricomporre le sue ossa. In Egitto si affidavano a estratti di ginepro, in Cina a mandragora e cannabis. Difficile dire quanto fossero realmente efficaci.
2. Curavano le malattie croniche con l'esercizio fisico.
Nell'antica Grecia il diabete era curato con esercizio fisico e alcune erbe mediche. La terapia non dava effetto alcuno e i pazienti per lo più non sopravvivevano. Condizioni più gravi come l'epilessia o la lebbra sono state considerate incurabili per millenni, viste come una punizione divina e il massimo che potevano fare era attaccare un campanaccio al collo del malato per avvertire i sani della sua presenza nei paraggi.
3. Era comune che le donne morissero di parto.
In tempi molto antichi erano stati raggiunti risultati straordinari nella scienza ostetrica: alcune tribù africane sapevano praticare un cesareo e in India erano in grado di ribaltare il feto.
Successivamente, in Europa, durante il Medioevo si persero molte conoscenze mediche acquisite durante l'antichità e le partorienti furono le prime vittime di questa ignoranza.
4. Erano diffusi rimedi a base di erbe velenose o veleni animali.
La maggior parte delle pozioni nel medioevo si basava su piante velenose se non direttamente veleno di animali come le vipere. Gli scienziati credono che i modesti successi di questi intrugli fossero dovuti a un antibatterico chiamato "disintegrina".
5. Si praticava la perforazione cranica.
Una delle prassi chirurgiche più antiche al mondo, perdurato durante millenni in cui l'anestesia era quella di cui sopra. Era usato come extrema ratio per curare i folli o i semplici mal di testa cronici.
6. Clisteri di fumo di tabacco.
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Non crediamo ci sia molto da aggiungere al titolo. Fino al diciannovesimo secolo, credevano che questa prassi curasse i crampi allo stomaco, la sonnolenza e i parassiti. Fu popolare anche presso i nativi americani.
7. Rane e tabacco per curare i denti.
Anche l'odontoiatria è molto antica. In Italia sono stati trovati resti di un intervento su una carie nel paleolitico superiore.
E tuttavia c'erano idee bizzarre che circolavano. Avicenna consigliava strani impacchi a base di tabacco, grasso di capra e cipolla. Plinio il Vecchio raccomandava di catturare una rana a mezzanotte, sputarle in bocca e recitare alcune formule.
8. L'onnipresente salasso.
E tutto il resto veniva curato col salasso, vero campione della medicina di tutti i tempi. Il salasso, una pratica le cui controindicazioni superano di molto i flebili benefici, si trova in quasi in tutte le culture, benché ciascuna aveva una propria teoria anatomica preposta a spiegarne l'efficacia. In Occidente, dalla Grecia in su, ci siamo affidati alla teoria degli umori del sangue che è sopravvissuta fino a George Wasington che curò così la sua tonsillite.