Contare con le dita va bene a qualsiasi età: lo dimostra uno studio scientifico
Quando i bambini imparano a contare durante i primissimi anni di scuola è giusto lasciare che usino le dita oppure ha senso invitarli a sforzarsi di eseguire i calcoli a mente, almeno quelli più semplici? La risposta sta nel lasciare che essi sfruttino un po' tutte le tecniche in base al loro livello di apprendimento.
Lo studio congiunto di diverse università tedesche spiega infatti che servirsi delle dita per affrontare i primi calcoli è una modalità di studio importante e utile che non andrebbe stigmatizzata.
Da una prospettiva neuro-cognitiva, ricorrere alle dita per imparare i principi aritmetici di base significa disporre di un input multi-sensoriale che dei numeri trasmette al contempo gli aspetti cardinale e ordinale. Questa tecnica permette ai bambini di stabilire corrispondenze uno a uno, alleggerire il carico mnemonico dei calcoli e aiutarli a percepire in maniera immediata il concetto di 'quantità'.
I dati più recenti indicano che i bambini che hanno una buona capacità di contare con le dita sviluppano competenze matematiche più salde che aiutano poi nello sviluppo numerico più avanzato.
Questo non significa che debbano continuare a farlo per sempre! Secondo gli esperti il percorso migliore per aiutarli nell'aritmetica è lasciare che inizino con le dita, passare a schemi rappresentativi concreti e solo in un terzo momento giungere alla rappresentazione mentale dei numeri.
Con l'avanzare delle loro conoscenze matematiche, i bambini comprenderanno da soli i limiti del contare a mano e passeranno spontaneamente a tecniche di calcolo più astratte e complesse, l'importante è non rendere una sorta di tabù questo loro istinto nei primi anni dell'apprendimento.
Sources:
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3225925/
https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4360562/