Curare l'orecchio con la luce: la stimolazione ottica può essere la svolta contro i problemi uditivi

di Alberto Ragazzini

03 Agosto 2018

Curare l'orecchio con la luce: la stimolazione ottica può essere la svolta contro i problemi uditivi

È stato scoperto un nuovo tipo di impianto cocleare per correggere i problemi di un sistema uditivo deficitario. Questo potrebbe permettere ai non udenti di ascoltare la musica e sostenere conversazioni parlate anche in ambienti rumorosi. Il progetto è ancora in fase di sperimentazione, la coclea sperimentale di nuova generazione è stata creata grazie all'ausilio dell'optogenetica. L'ambiente scientifico è entusiasta della scoperta, ma ci sono ovviamente ancora degli ostacoli da superare.

Nevit Dilmen/Wikimedia

Nevit Dilmen/Wikimedia

La coclea è una struttura a spirale che si trova all'interno dell'orecchio, attraverso delle speciali membrane che vibrano in maniera diversa, permette di recepire suoni. Queste vibrazioni stimolano delle cellule che a loro volta chiamano in causa i nervi uditivi che reagiscono a diverse frequenze e interpretano i segnali. In parole povere è questo ciò che accade quando ascoltiamo una conversazione o della musica.

Gli impianti cocleari moderni sono uno dei maggiori successi delle neuroscienze. Permettono di correggere solo parzialmente alcuni dei disturbi uditivi delle persone, possono far ascoltare una conversazione, ma non se in un luogo affollato e rumoroso. Questi impianti cocleari hanno 22 canali per la percezione delle frequenze: i recenti studi permettono di superare questi limiti. Tutto questo grazie a un fascio di luce che stimola i neuroni uditivi all'interno dell'orecchio, che renderebbe comprensibile il parlato anche in un ristorante.

Con la perdita neurosensoriale dell'udito, le cellule all'interno dell'orecchio (dette cigliate) che trasmettono le vibrazioni ai neuroni, perdono la loro efficacia. Negli impianti cocleari questa fase del processo viene sostituita da elettrodi che vengono limitati per via delle interferenze che potrebbero avere in un così piccolo spazio. Questo, come abbiamo già detto, limita il numero di frequenze che una persona con questi impianti può percepire.

Julia R. Barrett/Wikimedia

Julia R. Barrett/Wikimedia

Con l'ausilio dell'optogenetica, una scienza innovativa in materie neuroscientifiche, gli studiosi hanno trovato il modo di perfezionare ancor di più questo sistema. La stimolazione ottica, mediante fasci di luce, risulterebbe più efficace rispetto a quella elettrica usata fino ad oggi. Per fare questo bisognerebbe introdurre dei geni nei neuroni per permettergli di attivarsi con la luce. Questa procedura è ancora in fase di sperimentazione nei laboratori, ma per ora i risultati sembrano impressionanti e rivoluzionari. 

Non mancano, come dicevamo, degli ostacoli, sia sul lato tecnologico che su quello scientifico. Dispositivi di ricezione del genere infatti sarebbero al momento piuttosto dispendiosi per via dell'utilizzo di schiere di micro LED e fibra ottica. Lo studio fatto sui ratti ha usato un solo canale ottico, il passo successivo sarà la sperimentazione di un dispositivo multicanale, su organismi con un sistema immunitario simile a quello umano. Gli studiosi, nonostante le numerose problematiche, sembrano molto fiduciosi e sperano di riuscire in un paio d'anni a trasformare tutto ciò in un dispositivo medico.

medicalgraphics.de

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