Un fotografo ricrea alcuni scatti del Circolo Polare Artico di 100 anni prima: il confronto è allarmante
Il riscaldamento globale rappresenta una delle principali minacce cui l'umanità è chiamata a rispondere, identificando e soprattutto adottando delle misure risolutive. Eppure, accordi internazionali come quello di Parigi incontrano ancora notevoli ed importanti resistenze da parte di alcuni Stati. Evidentemente, gli effetti del cambiamento climatico non appaiono in maniera abbastanza evidente a tutte le latitudini. Per questa ragione, il fotografo svedese Christian Åslund ha deciso di renderli visibili a tutti, ricorrendo alla sua arte e alla ricerca storica. Direttamente dall'Artico, ecco a voi l'evoluzione dei ghiacciai negli ultimi 100 anni.
Il ghiacciaio Blomstrandbreen sulle Svalbard nell'alto Artico
Sul suo profilo Instagram, Christian scrive che questo ghiacciaio "si è ritirato di quasi 2 km dal 1928, con una velocità accelerata di 35 metri persi all'anno dal 1960, e ancora più alti negli ultimi dieci anni"
Christian Åslund / @christianaslund / Via Norwegian Polar Institute
"Quest'anno le temperature dell'aria in aumento stanno scaldando i ghiacciai, sciogliendoli ancora di più", denuncia il fotografo di Stoccolma su Instagram.
Christian Åslund / @christianaslund / Via Norwegian Polar Institute
Il confronto fra come appariva il circolo polare Artico 100 anni fa e come appare adesso, sono eloquenti dell'emergenza in corso e della necessità di agire. Le foto di Christian sono state scattate nel 2002: ora la situazione è peggiorata.
Christian Åslund / @christianaslund / Via Norwegian Polar Institute
Questa serie di foto faceva parte di The People Vs Climate Change, iniziativa lanciata dal National Geographic proprio per rendere visibile il cambiamento climatico nelle sue varie forme.
Christian Åslund / @christianaslund / Via Norwegian Polar Institute
"La cima del mondo si sta sciogliendo, sono stati registrati livelli minimi di ghiaccio marino da record", afferma Christian sul suo profilo.
Quanto tempo ancora dobbiamo perdere prima di intervenire per fermare questa catastrofe?