Seduceva i soldati nazisti per poi ucciderli: la storia della ragazzina olandese che riuscì così a salvarsi
Del secondo conflitto mondiale sappiamo molte delle informazioni che vengono date sui banchi di scuola, ma non dimentichiamoci che la guerra non è stata scandita solo da incontri tra capi di stato, attentati e scontri a fuoco: milioni di persone comuni si sono visti derubare la dignità, gli affetti e gli averi per via dalla guerra.
Tra le innumerevoli testimonianze di persone che hanno vissuto la Seconda Guerra Mondiale sulla propria pelle, c'è quella di Freddie Oversteegen, che all'epoca del conflitto era una quattordicenne che seduceva i soldati nazisti per poi ucciderli.
National Hannie Schaft Foundation
Freddie Oversteegen non aveva idea di cosa fosse una guerra: l'ha saputo quando aveva solo 14 anni, da una coppia di ebrei che da qualche tempo abitava nella sua stessa casa.
Non sapeva nemmeno che di lì a poco un uomo avrebbe bussato alla porta e avrebbe detto a lei e alla sorella di entrare a far parte della resistenza: le due sorelle non esitarono nemmeno un secondo e iniziarono con convinzione a portare avanti la loro silenziosa battaglia contro i nazisti.
Nonostante fosse solo una bambina, i compiti che le affidavano erano di grande responsabilità e pericolo: come lei stessa ha raccontato, abbatté ponti, posizionò la dinamite sui binari su cui viaggiavano i convogli nazisti e nascose i bambini ebrei.
Ma ben presto capìdi poter portare a termine il suo compito - uccidere i soldati nazisti - in ben altro modo: seducendo gli arruolati.
Per lei non fu difficile: era una ragazza molto bella e le bastò frequentare il bar in cui i soldati si davano spesso appuntamento per diventare il desiderio di molti. Dopo aver trascorso del tempo a bere, Freddie li invitava ad appartarsi nel vicino bosco, dove poteva ucciderli praticamente indisturbata.
Non sappiamo quanti uomini riuscì ad uccidere con questa strategia. Durante un'intervista, al giornalista che gli chiese una stima delle vittime gli disse: "Non si dovrebbe mai chiedere una cosa del genere ad un soldato". Come se volesse ribadire che la sua era una vera e propria missione.
Nella stessa intervista, non ha nascosto il dolore che le provocava il dover uccidere: "La prima volta che io e mia sorella abbiamo ucciso una persona abbiamo pianto per ore. Sentivamo che non era un gesto che ci apparteneva. Ma dovevamo farlo. È stata una violenza necessaria, uccidere coloro che tradivano le persone per bene."
Freddie Oversteegen ha vissuto 92 anni, conservando dentro di sé il ricordo di quegli anni guidati dalla cieca follia del nazismo: nonostante il suo coraggio non è raccontato sui libri di storia, la sua resistenza vivrà per sempre.