5 punti da tenere a mente per educare i bambini senza urlare
Vi è mai capitato di vedere un genitore riprendere il figlio per aver usato un tono di voce troppo alto, gridando allo stesso modo? Chiaramente è del tutto inutile cercare di dare un esempio ai bambini, se si è i primi a non rispettare la norma.
Oltre al fatto che vedere un bambino parlare soltanto gridando comunica maleducazione, ci sono altre conseguenze nell'educare i bambini con un tono di voce inutilmente alto. Ecco quali sono e come fare per evitare di ricadere nell'utilizzo del grido piuttosto che della parola quando si cresce un bambino.
Quando si grida a un bambino per riprenderlo, si perde in lui ogni barlume di comprensione: si tratta di una risposta emotiva frequente tanto nei bambini quanto negli adulti. Gridare non è mai il tono di voce adatto se si vuole comunicare qualcosa. Al contrario, è la scintilla che accende la miccia dell'irrazionalità: il bambino risponderà al grido con altrettanta rabbia e frustrazione che lascerà poi un profondo senso di angoscia e ansia.
Secondo gli esperti, educare i figli senza urlare è molto difficile, ma anche necessario. È possibile riuscirci seguendo questi 8 passi.
- 1. Essere empatici: il trucco è mettersi sempre nei panni dei propri figli, per capire perché agiscono in un modo piuttosto che in un altro. Diventare empatici nei confronti dei propri bambini consentirà di non lasciarsi trasportare troppo dalla rabbia, di pensarci due volte a come formulare il richiamo e soprattutto moderando il tono di voce. Eliminata la rabbia, il tono di voce si abbassa di conseguenza.
- 2. Essere d'esempio: come si diceva all'inizio dell'articolo, è fondamentale dare il buon esempio per evitare che una cattiva abitudine si radichi nel bambino. La regola è "Non fare mai ai tuoi figli ciò che non vuoi sia fatto a te": a quanti di voi piacerebbe essere ripresi da una persona che urla?
- 3. Imparare a gestire le emozioni di un adulto: l'obiettivo di un genitore è quello di analizzare sempre il proprio stato emotivo quando si ha che fare con il proprio bambino. Se ci si sente stanchi, e lo si realizza, sarà più facile prevedere che verranno usate parole più nervose e poco adeguate: così facendo sarà anche più facile riformularle.
- 4. Imparare il dialogo positivo: di solito, il contenuto dei messaggi che vengono comunicati urlando è sempre negativo. "Non fare...", "Non dire...", "Non...". Con i bambini è molto utile imparare a trasformare i messaggi negativi in positivi: in questo modo, una volta eliminate quelle parole che inevitabilmente vengono collegate ad un divieto, sarà più facile per i bambini accettare il vostro messaggio e apprendere davvero.
- 5. Se scappa l'urlo, chiedere perdono: i genitori non sono macchine, sono esseri umani sottoposti ad un carico di stress non indifferente. In queste condizioni è facile perdere il controllo: l'urlo può sfuggire e in alcuni casi può essere anche necessario. Tuttavia non bisogna mai dimenticare di comunicare al bambino che quello che ha appena fatto la mamma o il papà è sbagliato: se dovesse capitare, chiedere scusa per aver urlato è la migliore cosa. In questo modo il bambino capirà non solo che urlare è sbagliato, ma anche che si può chiedere scusa.