Il dialetto è come una seconda lingua: parlarlo provoca al cervello gli stessi benefici del bilinguismo

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di Claudia Melucci

28 Settembre 2018

Il dialetto è come una seconda lingua: parlarlo provoca al cervello gli stessi benefici del bilinguismo

Anni di ricerche hanno evidenziato con il bilinguismo apporti molti benefici al cervello: parlare due o più lingue protegge dall'Alzheimer, migliora la concentrazione e l'abilità di problem-solving, potenzia la flessibilità cognitiva.

Alcuni ricercatori si sono chiesti se parlare più dialetti di una stessa lingua possa avere più o meno gli stessi benefici: stando a quanto concludono gli studi, pare proprio di sì. 

pixabay.com

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I linguisti sono d'accordo sul fatto che distinguere un dialetto da una lingua è del tutto arbitrario: è l'autorevolezza conferita da altri elementi a trasformare eventualmente un dialetto in una lingua vera e propria, senza però cambiarne la struttura intrinseca.

I ricercatori hanno visto che miglioramenti a livello cognitivo si registrano quando una persona parla lingue che differiscono nella grammatica, nel vocabolario e nella pronuncia – come potrebbe essere l'inglese e il giapponese – oppure lingue che si assomigliano, come lo spagnolo e il catalano. 

Dunque, cos'è che scaturisce un lavoro cognitivo se non sono le differenze linguistiche? Secondo i ricercatori non è la diversità delle lingue ad allenare il cervello, bensì la capacità di passare da uno all'altro registro. In inglese si dice switch.

Uno studio ha condotto un esperimento su tre bambini ciprioti: a Cipro la lingua ufficiale è il greco standard, ma nella vita di tutti i giorni si parla il greco cipriota, che differisce dal primo per vocabolario e grammatica. Il primo gruppo di bambini parlava una sola lingua, il secondo due lingue e il terzo due dialetti del greco. I bambini che sapevano più di una lingua o più di un dialetto hanno ottenuto un punteggio migliore su un test cognitivo, rispetto a coloro che conoscevano solo una lingua.

I ricercatori hanno scoperto dall'indagine che non è tanto la diversità della lingua imparata rispetto a quella madre a giocare a favore delle abilità cerebrali, quanto la capacita di passare da una all'altra lingua: i bambini che parlavano dialetto, infatti, cambiano registro a seconda che si trovino a scuola o in situazioni più familiari. Basta questo a fare bene al cervello, non il prestigio o la complessità della lingua!

Ora potete essere fieri di parlare dialetto – almeno laddove è consentito: il vostro cervello vi ringrazia! 

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