Nel 1972 un computer all'avanguardia aveva previsto il collasso della civiltà sulla Terra per il 2040
I cambiamenti climatici sono entrati pian piano a far parte della nostra quotidianità; sono passati dall'essere una mera teoria apocalittica sostenuta da pochi a nient'altro che la verità. Ma che il mondo stesse prendendo una "brutta piega" non è notizia novella: già nel 1972 un computer aveva predetto il futuro poco salubre del pianeta, ma all'epoca l'idea l'uomo avesse nelle mani le redini della salute del pianeta Terra era solo fantasia.
La brutta notizia? Il computer aveva individuato il 2040 come anno cruciale, e il cammino per arrivarci non è tanto diverso da quello che stiamo percorrendo.
via Express UK
Era il 1972 quando un gruppo di scienziati, industriali e funzionari di governi si unirono per calcolare con un computer un modello di sostenibilità per il mondo: il team voleva capire per quanto tempo il mondo avrebbe potuto sostenere il tasso di crescita, tenendo conto dei dati disponibili a quel tempo. Le variabili inserite furono la civilizzazione progressiva, la crescita demografica, l'inquinamento, la disponibilità di risorse naturali e la qualità della vita.
Il modello non venne creato per essere "preciso", ma i dati che risultarono dal calcolo furono poco fraintendibili: tutti i grafici di crescita e salute del pianeta andavano a picco negli anni successivi al 2000. Senza contare che all'epoca i cambiamenti climatici non furono presi tanto in considerazione come si sarebbe fatto oggi.
Il computer aveva individuato nel 2020 un anno di svolta: le condizioni del pianeta si riducevano ad un livello critico e la curva della qualità della vita si abbassava rasente alle zero. Il tutto peggiorava progressivamente fino al 2040-50, quando la civiltà cessava di esistere.
La storia del modello del 1972 non finisce qui. Nel 2014, il ricercatore Graham Turner raccolse i dati dalle Nazioni Unite, dall'Amministrazione Nazionale Oceanica e Atmosferica e da altre agenzie, per costruire un modello di previsione più aggiornato.
Quello che trovò Turner fu che, tendendo conto dei dati più aggiornati, il futuro del pianeta continuava ad essere perlopiù coincidente con quello calcolato dal computer del 1972 – soprattutto con una sua versione successiva che spostava al 2072 la "fine della civiltà".
"La nostra ricerca non indica che il futuro del pianeta si fermerà ad una data precisa, come fece il computer del 1972. Ma le nostre conclusioni dovrebbero suonare come un campanello d'allarme. È improbabile che una crescita incontrollata possa continuare fino al 2100 senza conseguenze negative. Questi effetti, poi, potrebbero manifestarsi prima del previsto", ha detto Turner.
I singoli Paesi sono ancora molto lontani dal raggiungere gli obiettivi fissati per il 2020 nell'ambito degli accordi sul clima. A muovere le innovazioni green è ancora un interesse economico e non una premuta nei confronti del proprio pianeta. In questa situazione, è difficile non dare credito alle previsioni apocalittiche un computer ha fatto nel 1972.