Un vecchio vaccino per la tubercolosi ha funzionato come terapia per il diabete di tipo 1
Si sente molto parlare di vaccini al giorno d'oggi: a prescindere che li si considerino efficaci o meno, la ricerca si muove sia nel crearne di nuovi per le presenti e future malattie, sia nel trovare un possibile secondo utilizzo a quelli più antichi.
È il caso del vaccino contro la tubercolosi, basato sul bacillo di Calmette e Guérin (BCG), che negli ultimi anni è stato studiato come potenziale terapia per alcune malattie autoimmuni: uno studio ha osservato importanti benefici nei pazienti affetti da diabete di tipo 1, che avevano ricevuto una somministrazione del vaccino.
I ricercatori, che hanno presentato il loro studio in occasione del convegno annuale dell'Associazione Europea per lo Studio del Diabete (EASD), riferiscono di un netto miglioramento del controllo glicemico da parte dei pazienti con diabete di tipo 1.
Perché un vaccino contro la tubercolosi dovrebbe funzionare come terapia per il diabete di tipo 1? Secondo i ricercatori, questo fatto supporta la tesi per cui alcune delle malattie autoimmuni – tra cui il diabete – possano essere causate da una riduzione dell'esposizione ai microbi dell'ambiente, e da una crescita dell'uso di prodotti igienizzanti, antibiotici e un'attenzione generale verso la pulizia. "Da tanto tempo si pensa che lo spostamento verso un ambiente urbano più pulito aumenti l'incidenza di alcune malattie", ha detto il Dr. Faustman, autore dello studio.
Durante i test, i pazienti volontari hanno ricevuto due iniezioni del vaccino a distanza di due settimane: in tutti i partecipanti è stato osservata una consistente riduzione della media delle glicemie prima o comunque entro i 3 anni dalla somministrazione. Entusiasmante è il fatto che l'effetto del vaccino si sia prolungato fino ai 5 anni successivi.
Quali aspettative ci sono per il futuro? Non è possibile sapere se e quando il vaccino contro la tubercolosi verrà integrato come terapia per il diabete di tipo 1. Questo studio, tuttavia, rimane molto importante sia per approfondire le cause dell'esordio della malattia – che ormai non sono considerate più essere solo genetiche –, sia per indagare il funzionamento del metabolismo degli zuccheri e la sua riposta alle terapie. Informazioni preziose per l'individuazione di una cura definitiva!
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