È stato scoperto come suonava la musica nell'antica Grecia: ascoltarla vi farà fare un viaggio nel tempo
C'è voluta una stretta collaborazione tra scienziati, storici e musicisti per scoprire come suonava veramente la musica nell'antica Grecia. I reperti archeologici con su scritti spartiti musicali abbondano, ma mai si era potuto apprezzare la musica del popolo classico: gli strumenti moderni non erano confrontabili con quelli antichi e parti della teoria musicale rimaneva incomprensibile.
Il ricercatore Armand D'Angour, del Jesus College Oxford, ha analizzato lo spartito più antico dell'antica Grecia di cui disponiamo ed è riuscito a registrare la versione più fedele a quella originale. Grazie al suo lavoro e a quello dei suoi collaboratori, oggi possiamo ascoltare la vera musica classica.
Lo spartito in questione è l'Oreste di Euripide che, come molti altri reperti musicali ritrovati, mostrava alcune parti incomprensibili: ciò che risultava essere in completo disaccordo con la teoria musicale occidentale erano gli intervalli di quarti di tono. L'enigma è stato risolto ipotizzando che la musica greca fosse basata su accordi della stessa tonalità e che quindi gli intervalli suonavano come delle note di passaggio.
Nello spartito sono stati anche decifrati i termini "salta" e "lamento", che dovrebbero essere indicazioni sul movimento del brano, un po' come l'adagio e l'andante degli spartiti moderni.
Il brano suonato è il più fedele alla versione originale in quanto anche gli strumenti protagonisti sono stati ricostruiti ad hoc. Una parte centrale ce l'hanno la lira e l'aulòs, uno strumento a fiato che produceva un suono simile a quello dell'oboe. L'esibizione è stata eseguita all'Ashmolean Museum di Oxford, nel luglio del 2017.
Il video della performance è paragonabile ad un viaggio nel tempo: chiudete gli occhi e immaginate di essere seduti in un magnifico anfiteatro greco...