Somatizzare un dispiacere: ecco perché avviene e quali sono i disturbi più comuni
Quando ci si trova in un momento particolare della propria vita, come un periodo di stress dovuto al proprio lavoro o alla propria famiglia, allo studio o all'ansia, il nostro corpo somatizza tutto questo, trasformando questi disagi psicologici e al sistema nervoso con disturbi fisici. Il nostro organismo, infatti, funziona come una spugna, assorbe qualsiasi cosa e l'uomo è composto sia dalla mente sia dal corpo: quello che colpisce l'uno influenza anche l'altro, e viceversa.
Di solito, i sintomi che si manifestano quando si somatizza possono essere legati al mal di testa (cefalee, emicranie o di altra tipologia) che esprime principalmente dei disagi nel sistema nervoso, a problemi gastrointestinali (acidità di stomaco, dolori addominali, diarrea o stipsi), a disturbi cardiocircolatori e del sonno. Inoltre, anche le forti emozioni dovute a esperienze traumatiche, quali la perdita di qualcuno, un licenziamento o un insuccesso, possono riflettersi nell'organismo. Ad esempio, chi soffre di stati di forte malessere interiore può avere problemi con l'alimentazione (non sente lo stimolo della fame o ne sente troppo) e a livello sessuale.
Tutti gli individui somatizzano, nessuno escluso. Spesso, si scambiano questi sintomi per altri tipi di problemi e si va dal medico per cercare di capire da cosa siano causati e come debellarli, ma questo non riesce a trovarne la causa fisica scatenante.
Somatizzare per lunghi anni può portare ad avere difficoltà sia sul piano lavorativo sia su quello sociale. Per questo motivo, è consigliabile rivolgersi a uno psicoterapeuta, che sa come aiutare il paziente a vivere meglio questi problemi psicologici e al sistema nervoso. È sempre importante rivolgersi a uno specialista in casi di somatizzazione, per evitare che questi poi si consolidino troppo nel tempo e diventino debilitanti a tal punto da rendere complicato vivere la quotidianità.