La storia di Alessandro Moreschi, l'ultimo soprano castrato di cui si ha una registrazione audio
Quando le donne furono escluse dai cori di chiesa, nacque l'esigenza di rimpiazzarle con voci maschili. Per mantenere quel tono acuto tipico delle donne, i cantanti di sesso maschile venivano castrati prima della pubertà.
La castrazione a scopi canori fu vietata dalla stessa chiesa all'inizio del Novecento; Alessandro Moreschi oltre ad essere stato uno degli ultimi castrati ad essere stato ammesso nei cori più prestigiosi, è anche l'unico castrato di cui si possiede una registrazione.
Alessandro Moreschi, nato a Monte Compatri nel 1858 e conosciuto come l'"Angelo di Roma", è stato scoperto quando nel coro della Cappella Sistina si cercava un ragazzo che potesse sostenere dei pezzi da solista. Il giovane Alessandro risultò subito in perfetto accordo con le qualità che si stavano ricercando. All'età di 15 anni iniziò a studiare nella scuola di San Salvatore in Lauro e ben presto diventò primo soprano nel coro della Basilica di San Giovanni in Laterano, a Roma.
L'epiteto di "Angelo di Roma" gli venne attribuito nel 1883, quando eseguì l'oratorio di Beethoven Cristo sul Monte degli Ulivi, interpretando come soprano di coloratura – un soprano che si distingue dagli altri per saper impiegare al massimo l'abilità vocale su singole parole o sillabe –il personaggio del Serafino.
Moreschi, da allora, riuscì a detenere il ruolo di primo soprano della Cappella Sistina per oltre 30 anni. Al suo tempo c'erano altri sei castrati che come lui possedevano una voce che ricordava molto, se non del tutto, la voce di un soprano, quindi di una donna. Si dice che la fama di Moreschi lo fece divenire un personaggio molto scontroso e vanitoso. Ad ogni sua esibizione, ostentava una sciarpa bianca che gli incorniciava il viso.
La sua voce venne registrata per la prima volta nel 1902 da una compagnia londinese chiamata Gramophone & Typewriter. In due anni di lavoro, vennero registrare 17 tracce. Alessandro Moreschi rimase nella Cappella Sistina fino al giorno della sua pensione, all'età di 55 anni. Morì nel 1922; dopo di lui, nessun nuovo castrati entrò a far parte del coro, a causa del divieto entrato in vigore negli ambienti della chiesa.
Qualche curiosità sui castrati: pare che non erano visti come miserabili o persone sessualmente disabili. Al contrario, erano uomini desiderati sia da donne che da altri uomini. Al giorno d'oggi, i ruoli concepiti originariamente per i castrati, sono interpretati sì da donne, ma travestite da uomini. Paradossi moderni!
Ora ascoltate l'unico esempio di voce di un castrato giunto fino a noi, quello di Alessandro Moreschi in Ave Maria: la prova di quanto la castrazione abbia avuto effetto sullo sviluppo della voce di un uomo.