I ricercatori di Harvard hanno dimostrato gli effetti del digiuno intermittente sull'invecchiamento
C'è già una quantità notevole di studi che supportano la teoria che digiunare in modo intermittente faccia bene alla salute. Ma ora uno studio di Harvard ha scoperto la biologia che c'è dietro questo dato di fatto. Il digiuno, infatti, pare influenzare i processi che avvengono a livello mitocondriale, responsabili dell'invecchiamento di un organismo. Ecco perché prolungare l'intervallo tra un pasto e l'altro potrebbe, in poche parole, far vivere di più.
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via news.harvard.edu
Gli studiosi che supportano la teoria del digiuno fanno appello al fatto che nella storia evolutiva dell'uomo è sempre stato normale e piuttosto frequente far passare più di 12 ore da tra due pasti; questo accadeva perché non sempre il cibo era disponibile, ma anche per pratiche religiose.
Gli studiosi di Harvard, però, si sono concentrati sulla biologia delle cellule, che spiegherebbe perché digiunare abbia un'influenza così importante sul processo di invecchiamento. Il digiuno intermittente trattato dalla ricerca consiste nel non ingerire cibo per 16 ore – il che vorrebbe dire saltare la colazione e passare subito dalla cena del giorno prima al pranzo del giorno successivo – o arrivare anche a 24 ore.
I ricercatori hanno esaminato i processi biologici coinvolti nel declino dell'abilità delle cellule di processare l'energia nel corso degli anni, che è la causa dell'invecchiamento e delle malattie correlate.
I mitocondri sono organelli che fanno parte di una cellula e che provvedono alla produzione di energia necessaria al buon funzionamento cellulare. La capacità di produrre energia diminuisce con l'età di un organismo. Per indagare gli effetti del digiuno sul metabolismo e sulla longevità, gli studiosi hanno condotto alcuni test con C. Elegans, un verme che vive nel suolo delle regioni a clima temperato e che ha un'aspettativa di vita che non supera le due settimane. I ricercatori hanno osservato che restringendo la dieta del verme, i mitocondri preservavano uno stato di giovinezza più duraturo.
"Una dieta ridotta e il digiuno intermittente già si sapevano essere fattori che promuovono uno stato di salute migliore. Capire perché accade questo è cruciale per poter sfruttare i benefici in modo terapeutico", ha detto Heather Weir, principale autore dello studio pubblicato sulla rivista Cell Metabolism.
Il digiuno, tuttavia, è una pratica che non va improvvisata: i rischi che si corrono privando il corpo delle energie richieste normalmente può avere serie conseguenze. Per questo motivo, è bene accordarsi con un medico e eventualmente modificare il proprio stile di vita. Il corpo va riabituato gradualmente a sopportare periodi di astinenza dal cibo più lunghi, altrimenti vengono a mancare tutti i benefici che derivano dal digiuno.
Infine, è bene chiarire che in nessun modo il digiuno trattato dallo studio ha a che fare con un'ossessione per il cibo e con una questione estetica; l'obiettivo è quello di trarre vantaggi per la salute tenendo conto delle esigenze personali di ognuno di noi.
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