L'estinzione di massa di 250 milioni di anni fu causata dal riscaldamento globale dovuto alle eruzioni vulcaniche

di Alberto Ragazzini

13 Dicembre 2018

L'estinzione di massa di 250 milioni di anni fu causata dal riscaldamento globale dovuto alle eruzioni vulcaniche

Il nostro pianeta 252 milioni di anni fa fu messo in ginocchio dalla più grande estinzione di massa mai registrata prima. Quasi tutta la vita sulla Terra fu spazzata via, il 70% di tutti i vertebrati morirono come il 96% delle specie marine e fu anche la prima estinzione di massa nota sugli insetti. A scatenare questo enorme cataclisma è stato qualcosa di molto pericoloso che è anche un problema per l'ecosistema moderno: stiano parlando del riscaldamento globale. 

via Science

Maxpixel

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L'estinzione di massa del Permiano-Triassico o anche chiamata la Grande Moria (Great Dying in inglese) è stata il più grande cataclisma mai avvenuto nella storia della Terra. È avvenuto circa 252 milioni di anni fa e quasi tutte quante le forme di vita sul pianeta furono spazzate via, anche quelle che come i trilobiti erano riuscite a sopravvivere ai precedenti disastri naturali. Secondo alcuni studi il principale fattore  che causò questo evento disastroso fu il cambiamento climatico

Le continue eruzioni vulcaniche nei territori dell'attuale Siberia avvolsero il pianeta in una cupola di cenere e detriti per circa un milione di anni bloccando così i raggi solari, causando l'assottigliamento dello strato di ozono, aumentando quindi le radiazioni e le piogge acide che portarono negli anni a un drastico aumento delle temperature. Ed è proprio questo ciò che ha causato lo sterminio di circa il 90% delle specie marine: l'aumento delle temperature ha accelerato il metabolismo e il fabbisogno di ossigeno di queste creature facendolo però diminuire all'interno dell'oceano. Si può dire che gli animali morirono letteralmente soffocati!

Belinda/Wikimedia

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Quello che è accaduto 252 milioni di anni è quello che sostanzialmente stiamo sperimentando al giorno d'oggi con il riscaldamento globale in maniera addirittura più veloce. Un team del dipartimento di Oceanografia dell'Università di Washington con a capo il Prof. Justin Penn, è riuscito tramite i dati raccolti sulla precedente estinzione a fare una previsione per quelle future possibili. 

Confrontando i dati precedenti alla Grande Moria, le temperature atmosferiche e degli oceani erano all'incirca simili a quelle odierne. Usando queste condizioni come modello base, gli scienziati hanno inserito all'interno della simulazione i livelli odierni di gas serra per imitare le condizioni vulcaniche che innalzarono le temperature del mare di circa 11 °C. I risultati ottenuti hanno evidenziato un esaurimento dell'ossigeno sulla superficie del mare di circa il 76% mentre sul fondale di circa il 40%. Confrontando questi dati con lo stile di vita e il fabbisogno di 61 specie marine moderne i risultati sono stati catastrofici

NASA Goddard Space Flight Center/Flickr

NASA Goddard Space Flight Center/Flickr

Altri fattori che contribuirono a sterminare il 50% delle popolazioni marine durante la Grande Moria furono anche variazioni a livello chimico delle acque e variazioni delle specie vegetali. La cosa che dovrebbe allarmare tutti quanti è però il fatto che per innalzare le temperature di circa 11 °C ci vollero centinaia di migliaia di anni. Dal 1880 le temperature si sono alzate di quasi un grado Celsius (0,8 °C) ma i due terzi di questo cambiamento sono stati rilevati dal 1975 in poi. Questo vuol dire che quello che è avvenuto milioni di anni fa si sta verificando in modo molto più rapido: nel 2100 si prevede il raggiungimento di circa il 20% del riscaldamento avvenuto nel Permiano, ed entro il 2300 si arriverà a circa il 35-50%

Lo studio ha evidenziato come alla base di un un'estinzione catastrofica di tale portata, ci siano i cambiamenti climatici e il riscaldamento globale. La cosa più allarmante è il fatto che se non si prendono le dovute precauzioni tutto ciò potrebbe tornare nuovamente reale.