Ecco cosa succederà DAVVERO alla Terra tra 12 anni, e cosa possiamo fare per impedirlo
I cambiamenti climatici oggi sono sulla bocca di tutti, anche se con un "lieve" ritardo: per troppi anni sono stati ignorati, considerati solo una teoria catastrofista, un problema della generazioni future. L'ultima riunione a carattere straordinario a Katowice per la COP24 rivela una certa urgenza nel fare qualcosa a livello globale, ma sembra che neanche questo incontro sia riuscito a cavare qualcosa di efficace e immediato per salvare il pianeta.
Ondate anomale di siccità nel nord dell'Europa, calotte polari che si fratturano per la prima volta dopo millenni, uragani ed altri fenomeni climatici di violenza imprevedibile: questi - insieme a molti altri - sono i campanelli d'allarme che confermano come qualcosa di molto grave stia accadendo al nostro Pianeta.
L’argomento è ormai così importante da essere arrivato finalmente in Tv nella fascia di prima serata, precisamente nella trasmissione Le Iene. Durante una puntata andata in onda ad ottobre del 2018, Nadia Toffa ha intervistato Simone Molteni (direttore scientifico di LifeGate) a proposito dei cambiamenti climatici, facendo emergere aspetti interessanti (e piuttosto preoccupanti) che probabilmente il grande pubblico ignorava. Vediamone alcuni.
Circa 150 anni fa, con l'inizio della rivoluzione industriale, la temperatura della Terra ha iniziato ad innalzarsi ad un ritmo mai visto prima. L'impiego massiccio dei combustibili fossili ha dato da una parte un forte impulso allo sviluppo tecnologico ed economico dell'umanità, ma dall'altra ha generato un prezzo altissimo in termini di distruzione dell'ambiente.
Quella quantità enorme di energia ha infatti scardinato l'equilibrio del Pianeta portandolo a mutamenti drastici: se ci pensate bene, ce ne stiamo accorgendo in prima persona, anche in Italia!
Temporali, tifoni e bombe d'acqua in stile tipicamente tropicale stanno infatti facendo il loro ingresso nella nostra normalità; assistiamo alla libera migrazione di animali da zone tropicali, che portano con sé malattie e devastazione a cui noi e i nostri ecosistemi non siamo preparati; i ghiacciai stanno scomparendo, ed entro un secolo probabilmente non ve ne saranno più sulle Alpi al di sotto dei 3.600 metri.
Un prezzo altissimo lo pagheranno inoltre le coste. Il Mar Mediterraneo potrebbe crescere di un metro entro il secolo, ricoprendo enormi aree della penisola: non certo solo Venezia (la prima città a cui pensiamo di solito in questi casi), ma anche Roma, parte della Puglia e della Toscana e tutta la Pianura Padana fino a Milano. Le persone in tutto il mondo saranno costrette a spostarsi a causa delle zone inondate o desertificate, generando un volume stimato di 150 milioni di migranti climatici.
Siamo quindi ad un passo dal raggiungere il "punto di non ritorno": secondo l'ONU, Il riscaldamento di 1,5 gradi che ci aspettavamo in un secolo, potrebbe avvenire tra 12 anni.
Purtroppo il Protocollo di Kyoto e i successivi Accordi di Parigi non stanno dando i risultati sperati. Esistono molti cavilli, molte scappatoie a cui aggrapparsi per non sottostare alle rigide (ma necessarie) regole stabilite al livello internazionale. Siamo arrivati ad un momento storico in cui non possiamo quindi affidarci totalmente alle istituzioni, ma dobbiamo essere noi i primi a preoccuparci del nostro futuro.
Le azioni virtuose sono le stesse che si raccomandavano decenni fa, ma che in pochi sembrano aver messo in pratica: evitare di utilizzare l'automobile, non abusare del riscaldamento domestico e mille altri piccoli accorgimenti quotidiani che, se moltiplicati per grandi quantità di cittadini, possono fare la differenza.
Inoltre oggi, rispetto ad alcuni anni fa, esistono soluzioni alternative e green come ad esempio le automobili ibride; oppure, poiché la casa è una fonte enorme di dispendio energetico, si può facilmente decidere di alimentarla con energia rinnovabile: per farlo ci vogliono 5 minuti on line e non costa di più.
Insomma, se da una parte ci sono tutti i presupposti perché si verifichino conseguenze catastrofiche, dall'altra oggi abbiamo le conoscenze tecnologiche e i servizi adatti per provare a fermarle. La transizione alle energie rinnovabili è l'unica via da percorrere, ed oggi non è più solo accessibile ad una fascia benestante della società, ma è assolutamente alla portata dei cittadini comuni, gli unici che possono fare la differenza vista l'inerzia dei governi.
Abbiamo pensato per anni che i cambiamenti climatici sarebbero stati un problema per le "generazioni future", espressione questa che amiamo particolarmente quando vogliamo rimandare il problema ad un futuro imprecisato e quindi poco allarmante. Ma oggi non possiamo più permetterci il lusso di rimandare: il clima sta impazzendo e se non facciamo qualcosa saremo noi i primi a pagarne le spese.
Per approfondire:
- Articolo fonte di Lifegate: https://energy.lifegate.it/blog-gas-e-luce/iene-clima/
- Informazioni sull'energia green per la casa: https://energy.lifegate.it/
- Intervista integrale de Le Iene: https://www.iene.mediaset.it/video/cambiamento-climatico-riscaldamento-globale