Secondo un esperto il veganismo può diventare la causa della malnutrizione nei paesi sviluppati
Sono molte le persone che decidono di passare ad un regime alimentare che non prevede, nella maniera più assoluta, l'assunzione delle proteine animali: il veganismo. I nutrienti vengono presi da alimenti di origine vegetale. Secondo il direttore del programma governativo del Regno Unito per la sicurezza sul cibo (Global Food Security), Chris Elliot, il veganismo rischia di portare malnutrizione anche nei paesi sviluppati.
Secondo il professore Chris Elliot, il veganismo porta molto facilmente a non assumere i nutrienti essenziali che possono a loro volta portare a malnutrizione. In particolare, sempre secondo l'esperto, i vegani rischiano fratture di ossa e danni neurologici.
Diversamente dai vegetariani, i vegani non mangiano latticini e uova – in generale non mangiano proteine animali – ed è per questo che se non programmano una dieta scrupolosa che includa tutti i nutrienti e le vitamine possono andare in contro a "serie carenze di micronutrienti".
"L'indebolimento delle ossa potrebbe essere un problema per i vegani da lungo termine. I vegani sono soggetti a carenze di calcio e vitamina D, che risultano in una densità ossea minerale minore", ha detto il professore che aggiunge che il tasso di fratture ossee è molto più alto nei vegani che non in chi mangia carne.
Per quanto riguarda i danni neurologici, invece, sarebbero causati da carenze della vitamina B12: "I sintomi possono essere stanchezza, debolezza, digestione povera e ritardi nello sviluppo nei bambini".
Il professor Chris Elliot evidenzia quali sono le tendenze emerse da questi anni in cui il veganismo ha trovato sostenitori: i suoi discorsi non hanno a che vedere con l'eticità e la validità di questo regime alimentare, ma si riferiscono al modo in cui è stato approcciato dai più.
La maggior parte delle persone, infatti, non consulta una professionista della nutrizione, e azzarda diete improvvisandosi esperto. Ecco da dove nasce la preoccupazione per la malnutrizione nei paesi sviluppati, che potrebbero complicare non di poco la gestione del servizio sanitario, oltre che la salute del singolo.