Avere figli porta ad un piccolo, ma significativo, rischio incrementato di sviluppare il tumore al seno
Per anni si è creduto che la gravidanza e l'allattamento al seno fornissero una protezione alla donna nei confronti del cancro al seno: è ancora così, ma gli scienziati hanno scoperto che c'è un periodo in cui la protezione non solo è assente, ma in qualche modo c'è un rischio maggiore di sviluppare il tumore. Rispetto ad una donna senza figli, il rischio è lievemente superiore ma comunque presente. Conoscere questo elemento è utile per incentivare le donne a sottoporsi agli esami diagnostici soprattutto a seguito di eventi come una gravidanza.
via annals.org
Avere bambini e allattare al seno riduce l'esposizione al rischio di sviluppare tumori al seno, ma i ricercatori hanno trovato che, negli anni subito successivi alla nascita, le donne corrono un rischio maggiore, seppur piccolo. Non si tratta del primo studio scientifico che arriva ad una conclusione simile, ma è sicuramente il più grande.
Il rischio associato alla gravidanza raggiunge il suo picco a 5 anni dal parto, ma si prolunga per un periodo lungo 20 anni. Secondo i ricercatori che hanno lavorato allo studio, i medici dovrebbero tenere in considerazione il fatto che le loro pazienti abbiano avuto di recente dei figli, per incentivarle a sottoporsi ad esami diagnostici, così come si fa per le donne che fumano o che presentano alcune mutazioni genetiche.
La gravidanza, quindi, agirebbe in duplice modo nei confronti dello sviluppo del tumore al seno.
Da una parte la scienza sa che alcun ormoni prodotti durante i cicli di ovulazione possono stimolare la crescita delle cellule e quindi la moltiplicazione di quelle cancerose. Le donne incinte o in fase di allattamento, data l'assenza o la minore frequenza delle mestruazioni, quindi, sono meno esposte a questo rischio.
Negli anni successivi alla gravidanza, però, le donne vanno in contro ad un picco del rischio di sviluppare tumori al seno, a più o meno 5 anni dal parto. Il rischio decresce progressivamente nei successivi 20 anni, fino ad arrivare ad una condizione in cui una donna che ha avuto dei figli risulta avere un rischio minore di una donna senza figli.
I medici ci tengono a precisare che si tratta di una maggiorazione minima del rischio, un 2,2% rispetto all'1,9 % delle donne che non hanno avuto gravidanze. Tuttavia, è un rischio presente e che quindi deve essere trattato di conseguenza. "Non mettiamo in dubbio l'idea che, nel complesso, avere figli è benefico per ridurre il rischio di cancro al seno", ha detto Hazel Nichols, epidemiologo dell'Università del North Carolina.
La correlazione tra aumento del rischio e gravidanza si pensa sia dovuta ai cambiamenti a cui i tessuti del seno vanno in contro prima e dopo il parto. In particolare, le cellule tissutali si dividerebbero più rapidamente in questo periodo, ed è noto che una divisione accelerata può portare più facilmente ad un errore oppure, se c'è già un errore, è possibile che faccia vengano prodotte altre copie errate.
Lungi dal gettare in allarme le donne, quindi, lo studio si propone di sensibilizzare ulteriormente nei confronti della prevenzione, mettendo al corrente di quanto anche la gravidanza – contrariamente a quanto si riteneva fino ad ora – costituisce un fattore di rischio per un certo periodo.
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