Essere intelligenti vuol dire essere propensi a sviluppare malattie mentali, lo dice uno studio
Quello dello scienziato pazzo è uno stereotipo fortunatamente contraddetto da persone intelligenti e in ottima salute mentale. Eppure, qualcosa di vero c'è nell'associare l'intelligenza alle malattie mentali. Anche il grande schermo ci propone spesso questo binomio: il famoso Dr. House è un medico eccellente che tuttavia combatte con una forma di depressione acuta, o Scherlock Holmes, l'intelligentissimo investigatore, chiaramente sociopatico.
Quanto c'è di vero e scientifico nel legame tra "pazzia" e intelligenza?
La correlazione tra alto quoziente intellettivo e rischio incrementato di sviluppare malattie mentali ha assunto maggiore valenza scientifica grazie ad uno studio, che ha preso in esame 3715 volontari con un QI superiore a 130: il risultato della ricerca evidenzia come coloro con un intelligenza sopra la norma sono esposti ad un rischio significativamente superiore per quanto riguarda disordini e malattie psicologiche.
In particolare, sono i disturbi connessi all'ansia quelli maggiormente riscontrati tra partecipanti all'indagine: circa il 20% dei volontari presentava questo tipo di problema, rispetto ad un'incidenza del 10% in un campione generico di popolazione.
Alla base di questa maggiore predisposizione c'è una iper-sensibilità agli stimoli esterni: le persone con un QI elevato sperimentano un maggiore livello di consapevolezza che li porta a reagire di più agli stimoli dell'ambiente. Questo risulta in un sistema nervoso iperattivo.
"Stimoli insignificanti, come il contatto tra la targhetta di un indumento sulla pelle o un suono insolito, attivano una risposta iper-corporea che genera un livello di stress cronico di basso livello", ha detto Nicole Tetreault, co-autore dello studio.
Questa estrema sensibilità e iper-eccitabilità contribuiscono ad avere un'intelligenza superiore, ma possono essere anche invalidanti su un certo piano.
Lo studio, comunque, si limita a parlare di un legame di correlazione e non di causalità: non è certo dunque se le risposte esagerate agli stimoli siano una conseguenza all'intelligenza o ne siano la causa. In ogni caso, lo studio conferma che esiste davvero un legame tra QI e salute mentale.
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