In Olanda esiste un villaggio appositamente progettato per gli anziani affetti da demenza senile
La demenza senile è una condizione estremamente difficile da vivere per chi ne soffre: gradatamente infatti il mondo circostante inizia a diventare sempre più irriconoscibile ed incomprensibile, e spesso si fa fatica a comunicare. Tutto ciò spaventa ed impedisce di condurre una vita autonoma, normale, motivo per cui si rendono necessari trattamenti specifici per rallentare il decorso della malattia.
Tuttavia da qualche anno c'è un posto dove gli anziani affetti da demenza possono sentirsi pienamente a casa: Hogeweyk, un villaggio appositamente costruito in Olanda.
Il villaggio – il cui nome significa "gruppo di case di Hogewey", il centro di cura di cui fa parte – si trova nella periferia di Amsterdam, ed è progettato in stile anni '50.
Si compone di 23 case ed è abitato attualmente da 152 persone affette da demenza. Qui tutto è ideato in modo da rendere più facile ed il più possibile autonoma la vita degli anziani, poiché è nella vita quotidiana in società che si inserisce il punto di vista terapeutico di Hogewey.
Per questo motivo le abitazioni sono ispirate a sette stili diversi – urbano, artigianale, indonesiano, casalingo, goois, culturale e cristiano: nonostante la demenza, questi anziani hanno sviluppato nel corso della propria vita le proprie opinioni su abitazione, valori e standard che insieme determinano il loro stile di vita, ed è su questa base che vengono scelte case e "coinquilini".
In ogni abitazione infatti vivono da sei a otto persone, assistite da uno staff permanente; tuttavia gli anziani sono liberi di andare dove vogliono, fuori e dentro casa, dato che la struttura e l'organizzazione del villaggio garantiscono loro la massima sicurezza.
Il villaggio ha strade, piazze, giardini e un parco, ma anche un supermercato adeguatamente rifornito ed organizzato, ed ancora negozi, bar, ristorante e teatro, frequentati sia dai residenti che dagli abitanti dei quartieri circostanti.
Secondo Psychology Today, peraltro, ciò renderebbe necessario una quantità inferiore di farmaci, e calmerebbe molto i pazienti.
Ovviamente la lista di attesa è comprensibilmente lunga – ma tentar non nuoce.