Antibiotici e pesticidi nei canali di scolo degli allevamenti intensivi: la carne a buon prezzo avvelena le acque d'Europa
Cibo poco sano e inquinamento ambientale. Sono queste le due grandi questione che attanagliano la vita dell'uomo moderno, complice egli stesso della situazione in cui si trova.
Quello che spesso non si pensa, però, è che i due temi abbiano molto in comune e che l'uno sia la causa dell'altro: in particolar modo quando ad essere poco sana è la carne.
Il report di Greenpeace Il costo nascosto della carne fa emergere come gli allevamenti intensivi siano responsabili dell'inquinamento di fiumi e mari d'Europa: i livelli di inquinamento prodotti è più di quanto si credeva fino ad oggi.
via Greenpeace
L'indagine ha preso in esame fiumi e corsi d'acqua limitrofi ai canali di scolo di alcuni allevamenti in Europa. Le analisi hanno rivelato la presenza massiccia di antibiotici e ben 30 tipologie diverse di pesticidi, alcuni dei quali vietati per legge dall'Unione Europea.
Negli allevamenti intensivi gli animali sono alimentati con mangimi trattati con pesticidi e altri fertilizzanti chimici; per risolvere i problemi di contagio di malattie, che in un ambiente promiscuo e altamente stressante sono molto frequenti, gli animali vengono sottoposti a cure antibiotiche. La conseguenza più pericolosa di questo sistema di allevamento è lo sviluppo di batteri resistenti agli antibiotici, trasmissibili all'essere umano.
Queste realtà inquinanti non sono illegali, anzi: sono previste dall'attuale Politica Agricola Comune che rischia di far scomparire del tutto le piccole realtà di allevatori che rispettano standard di qualità e l'animale stesso. Nonostante gli allevamenti intensivi rappresentino un sistema insostenibile per l'ambiente, gli animale e la salute dell'uomo, proliferano ancora oggi in tutta Europa.
Ecco perché è necessario un cambio di rotta, una politica agricola che penalizzi quelle realtà che producono sì carne a basso costo, ma ad un prezzo elevatissimo per ambiente ed esseri viventi. È necessario prendere coscienza che preferire carne a buon prezzo significa inquinare – oltre che non rispettare la dignità di un animale.
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