Da Patrimonio dell'Umanità a discarica a cielo aperto: il triste declino dell'Isola di Henderson

di Alberto Ragazzini

24 Gennaio 2019

Da Patrimonio dell'Umanità a discarica a cielo aperto: il triste declino dell'Isola di Henderson

La gigantesca isola di plastica che si trova nel bel mezzo dell'Oceano Pacifico, sta continuando a raccogliere velocemente sempre più detriti. Questo grave problema distrugge gli ecosistemi marini dell'oceano e in seconda battuta colpisce milioni di spiagge in tutto il mondo, che sono sempre più assediate dalla plastica e dai detriti marini. Attualmente una delle più tristi realtà riguarda l'Isola di Henderson, che ogni giorno viene sommersa da tonnellate di rifiuti plastici. E pensare che si trattava di un luogo incontaminato e nominato Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO... 

Polyrus/Flickr

Polyrus/Flickr

Il livello di inquinamento degli oceani è sempre più allarmante, gli sforzi congiunti di organizzazioni no profit e nazioni per il momento sembrano essere troppo lenti e quindi inefficaci. A farne le spese sono interi ecosistemi e paradisi terrestri un tempo incontaminati, come il caso dell'Isola di Henderson a sud nell'Oceano Pacifico. Questa isola inabitata fa parte dell'arcipelago delle Pitcairn ed uno dei territori britannici d'oltremare. Nel 1988 venne proclamata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO per le numerose colonie di uccelli presenti nelle riserve di fosfato.

L'isola era fino a qualche decennio fa totalmente sconosciuta e veniva visitata un paio di volte l'anno dagli abitanti delle altre isole dell'arcipelago per raccogliere legna. Oggigiorno è diventata tristemente nota per colpa degli eccessi dell'uomo: oltre 18 milioni di tonnellate di plastica si riversano sulle spiagge di quest'isola. Ciò significa che è possibile trovare oltre 600 materie plastiche in un metro quadrato, senza contare le altre migliaia che la sabbia ha sommerso e che continua a sommergere da anni.

La ricercatrice dell'Università della Tasmania Jennifer Lavers dopo esser rimasta colpita dal degrado in cui versava l'isola, ha svolto un'indagine di tre anni documentando tutto quello che ogni giorno queste spiagge ricevono dal mare. Nel suo studio si discute appunto della dannosità di questi materiali plastici per gli ecosistemi, e dell'accumulo fin troppo rapido di rifiuti e detriti su quest'isola nel cuore del Pacifico. L'unica soluzione per correre ai ripari da questo scempio annunciato e che puntualmente si sta verificando, è quello di rallentare sempre più i nostri consumi e puntare soltanto su una vita quotidiana sostenibile.