Sono passati solo 60 anni da quando in Europa si potevano visitare gli zoo umani
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È passato meno di un secolo da quando in Europa vennero allestite le esposizioni etnografiche, o per meglio dire gli zoo umani. All'inizio dell '900, infatti, era fatto sorprendente poter osservare da molto vicino quello che era comunemente considerato l'anello mancante tra l'uomo bianco occidentale e la scimmia.
Donne, uomini e bambini di diverse parti dell'Africa furono deportati dai loro luoghi di origine, per essere sistemati in delle gabbie, vicino ad altri animali: per molti di loro fu troppo difficile superare il rigido inverno europeo, altri dovettero sopportare a lungo gli sguardi indagatori di visitatori non troppo innocenti.
Basilea, Torino, Bruxelles: in diverse città europee furono aperti zoo destinati ad ospitare esseri umani, oltre che animali esotici.
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La curiosità, infatti, ben presto si spostò dagli animali agli esseri umani che abitavano quelle stesse terre, anch'essi considerati così inusuali da essere studiati attentamente.
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Le persone che caddero vittime degli zoo umani vennero trattate alla stregua di animali: anzi, spesso condividevano le stesse gabbie, per suggerire in modo ancora più diretto il messaggio di inferiorità.
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In quegli stessi anni, infatti, si diffusero nuove teorie che sostenevano l'inferiorità dei popoli africani rispetto all'uomo occidentale bianco.
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Tra i teorici del cosiddetto razzismo scientifico (1850-1818) ci furono Carl Vogt, Herbert Hope Risley (che utilizzava il rapporto tra la larghezza del naso e la sua altezza per stabilire la provenienza ariana) e Ernst Haeckel (che analizzando l'anatomia del popoli africani stabilì che questi erano più prossimi alle scimmie e quindi meno propensi alla civilizzazione rispetto ai bianchi).
Gli zoo umani iniziarono ad essere meno frequenti intorno al 1935, ma nel complesso tardarono a scomparire: basta pensare, infatti, che l'ultima volta che venne ricreato in una mostra un villaggio africano – congolese, nello specifico –, con tanto di uomini e animali, fu nel 1958, in occasione della fiera mondiale di Bruxelles.