In tutto il mondo, gli insetti stanno scomparendo a velocità record: gli effetti sulla vita umana saranno disastrosi
Nei ricordi di molti di noi ci sono pomeriggi trascorsi immersi nei prati a cercare di catturare insetti o semplicemente a seguirli con lo sguardo. Molto probabilmente, le nuove generazioni non avranno questo tipo di ricordi e non solo perché in casa ci sarà qualcosa di molto più divertente da fare che non all'aria aperta.
La comunità scientifica ha pubblicato un nuovo report che mette in guardia su come il 40% degli insetti nel mondo stia andando incontro ad uno spaventoso declino, a causa dell'utilizzo dei pesticidi, dei cambiamenti climatici, dell'industrializzazione e dell'urbanizzazione.
Tigri, delfini, tartarughe, rinoceronti, elefanti, per non parlare delle numerose specie di volatili: la lista degli animali in forte declino o a rischio estinzione è lunghissima. I mammiferi, e in generale gli animali più grandi, però, non sono gli unici ad essere in pericolo: un nuovo report mette in luce come anche una moltitudine di insetti stia risentendo dei cambiamenti – non solo climatici – che il pianeta sta subendo.
La diminuzione degli insetti nel mondo, se vogliamo, è ben più allarmante: rispetto ai mammiferi, ai volatili e ai rettili, si stima che stiano scomparendo ad una velocità otto volte superiore.
La Terra potrebbe ritrovarsi senza più insetti già nel 2119, ovvero tra cento anni: "In 10 anni ne avremo un quarto di meno di quelli esistenti oggi, in 50 ne sarà rimasta solo la metà, per non avere più nessun insetto in 100 anni", ha detto Francisco Sanchez-Bayo, coautore della ricerca pubblicata e ricercatore all'Università di Sidney.
Lo studio ha preso in esame 73 dei più grandi report che siano mai stati fatti sul declino degli insetti nella storia, ed ha individuato che la massa totale degli insetti sulla Terra diminuisce del 2,5% ogni anno.
Falene e farfalle stanno sparendo dall'Europa e negli Stati Uniti: nel Regno Unito, in un solo decennio, il numero di farfalle è diminuito del 58%. Le coccinelle sono state le prime a pagare le spesse dell'uso delle sostanze chimiche in agricoltura. La moria delle api non accenna ad arrestarsi, come neanche quella delle libellule.
Probabilmente viene molto più facile preoccuparsi per l'estinzione delle tigri del Bengala o dei rinoceronti, ma non dobbiamo dimenticare il ruolo fondamentale degli insetti nel pianeta: gli insetti sono fonte di cibo per pesci, uccelli e numerosi mammiferi; sono impollinatori che favoriscono l'ibridazione e la proliferazione di alberi da frutto e piante orticole; la loro degradazione costituisce un arricchimento del terreno.
Analizzando i territori dell'Europa e del Nord America, gli autori dello studio hanno concluso che il 41% delle specie di insetti è in declino, mentre il 31% è a rischio estinzione: i numeri sul calo della diversità biodiversità globale hanno portato gli scienziati a parlare di una sesta estinzione di massa.
Se in passato a causare le estinzioni di massa sono stati fenomeni naturali – ere glaciali o impatti con asteroidi –, la sesta estinzione di massa è guidata esclusivamente dall'attività umana: l'uso spropositato di pesticidi e fertilizzanti, l'espansione dei centri urbani, i cambiamenti climatici in corso, sono all'origine dell'estinzione degli insetti e di molti altri animali.
La Terra e l'essere umano non possono vivere senza insetti: l'equilibrio dell'intero ecosistema verrebbe alterato profondamente. Nello scenario peggiore, non c'è possibilità di speranza per la sopravvivenza umana visti i temi ristretti in cui l'emergenza potrebbe concretizzarsi.
Secondo gli esperti che hanno pubblicizzato la ricerca, non c'è altro da fare che arrestare uno stile di vita che ha causato – e continuerà a causare – gravi danni all'uomo e all'ambiente in cui vive: è necessario un ritorno a filiere più corte, più sane, a realtà più locali, oltre ad un esame di coscienza che non esclude nessuno.
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