Scoperto un nuovo processo chimico per trasformare i rifiuti plastici in combustibile
Negli ultimi tempi, grandi organizzazioni internazionali per la salvaguardia del pianeta, come WWF (World Wide Fund for Nature) e UNEP (United Nations Environment Programme), hanno investito le proprie risorse per combattere una problematica che si è imposta come cruciale per la salute del mondo e per quella degli esseri che lo abitano: come ridurre la percentuale di plastica che invade, ogni giorno, il pianeta?
La rivista Sustainable Chemistry and Engineering ha da poco pubblicato un articolo proprio su questa tematica, soffermandosi in particolar modo su un nuovo procedimento chimico capace di trasformare, attraverso l’utilizzo di acqua supercritica (cioè "a metà" tra lo stato liquido e gassoso), il polipropilene – un materiale plastico di alto impiego, comunemente usato nei giocattoli, nei dispositivi medici e negli imballaggi – in un carburante simile al diesel ma molto meno inquinante.
via ACS Sustainable Chemistry and Engineering
Linda Wang, ricercatrice presso la Purdue University di West Lafayette, nell'Indiana, e leader del team di ricerca che ha messo a punto questa sorprendente metodologia, ha dichiarato alla rivista che “la tecnologia di cui parliamo converte i rifiuti di poliolefine in un'ampia gamma di prodotti di valore, tra cui polimeri, nafta (una miscela di idrocarburi) o combustibili puliti, aumentando i profitti dell’industria del riciclo e riducendo le scorte di rifiuti plastici a livello mondiale”.
La novità sarebbe davvero considerevole poiché, secondo gli studi di Wang e del suo entourage, il solo polipropilene rappresenta il 23% dei 5 miliardi di tonnellate di rifiuti di plastica che ad oggi sono stati gettati nelle discariche e nell'ambiente. La nuova tecnologia permetterebbe, invece, un riutilizzo della sostanza e un reale incentivo a inquinare di meno.
Infatti, “lo smaltimento dei rifiuti plastici, sia riciclati che gettati via, non basta poiché non rappresenta la fine del processo di trasformazione del materiale plastico. Queste materie si degradano lentamente e rilasciano microplastiche e sostanze chimiche tossiche nel terreno e nell'acqua”. L’unico metodo per evitare che ciò accada resta, dunque, quello di riutilizzare i materiali plastici prima che si disperdano nelle falde acquifere e negli oceani rendendone impossibile il recupero.