La storia di Olga di Kiev, la sanguinaria principessa russa che divenne una santa cristiana
Alcuni personaggi storici sono riusciti a fissarsi per sempre nell'immaginario collettivo per opera di gesta divenute leggendarie; il che non significa propriamente che fossero buone azioni – anzi; eppure, in alcuni casi, la Storia li ha trasfigurati, assolvendoli per l'eternità.
Ne è un fulgido esempio la storia di Olga di Kiev, principessa della Rus' di Kiev, che da sovrana sanguinaria è venerata oggi come santa cristiana.
Olga nacque intorno all'890 in una famiglia aristocratica slava, e, giovanissima, sposò il principe Igor di Kiev, futuro Gran Principe di Kiev. Tuttavia, un giorno Igor si recò a riscuotere i tributi presso la tribù slava dei Drevliani, i quali lo assalirono uccidendolo. Poiché all'epoca suo figlio Svjatoslav, erede al trono, aveva soltanto tre anni, fu sua madre, la vedova Olga, a regnare in sua vece – e lo fece in maniera terribile e grandiosa allo stesso tempo.
Primo obiettivo della sovrana fu la vendetta contro i Drevliani, i quali tentarono dapprima di persuaderla a sposare il loro principe: Olga fece torturare brutalmente tutti gli uomini mandati a chiederla in sposa. Successivamente mise in atto un piano astuto: acconsentì a sposare il principe dei Drevliani, a patto di essere accompagnata nel suo viaggio dalle persone più sagge e forti tra i Drevliani. Al loro arrivo, Olga li accolse invitandoli a riposarsi alle terme; ma, una volta riunita lì l'ambasciata drevliana, diede fuoco all'edificio.
Non finì qui: Olga proseguì nella sua vendetta, tendendo un'altra trappola ai sopravvissuti. I Drevliani chiedevano la pace e di poter pagare un tributo in miele e pelli, ma Olga domandò loro tre piccioni e tre passeri per casa. Ottenutili, fece attaccare ad ognuno di essi un pezzo di zolfo avvolto in un panno, cosicché, quando gli uccelli, lasciati liberi nella notte, tornarono ai loro nidi presso le case drevliane, i soldati di Olga diedero fuoco al filo che era stato loro legato: la città drevliana fu rapidamente avvolta dalle fiamme; i superstiti dell'incendio furono ridotti in schiavitù.
Tuttavia questa è solo la prima parte della storia di Olga; la sovrana, recatasi a Costantinopoli per stringere accordi militari e commerciali, si convertì al cristianesimo ortodosso e fu battezzata, assumendo il nome di Elena. Al suo ritorno a Kiev da primo sovrano convertitosi al cristianesimo ortodosso, si prodigò nell'opera di diffusione del cristianesimo di rito bizantino presso il suo popolo: distrusse gli altari pagani, fece venire un missionario – il monaco Adalberto di Treviri – dall'impero germanico – ma invano. Olga non riuscì infatti a convertire il suo popolo, e neppure suo figlio Svjatoslav, ormai Gran Principe di Kiev.
Deceduta nel 969, fu solo all'inizio dell'XI secolo che venne avviato il processo di canonizzazione di Olga, considerato che il suo corpo – conservato presso la chiesa delle Decime – si era mantenuto in uno stato assolutamente integro. La sua festa viene celebrata ancora oggi sia dalla Chiesa Ortodossa che da quella Cattolica.