Una biologa italiana ha scoperto per caso delle larve che mangiano la plastica
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Siete stati al supermercato ultimamente e avete dimenticato di portare con voi le comode borse riutilizzabili? Avete avuto la necessità di chiedere una busta - rigorosamente di plastica - alla commessa? Ecco, l’ennesima busta di plastica, una delle tante che ogni giorno vanno ad aggiungersi agli altri milioni di buste già presenti nelle discariche di tutto il mondo. È una sofferenza immaginare quanto inquiniamo, con la plastica. Ma c’è chi ne gioisce... anzi se ne ciba.
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Federica Bertocchini, una biologa italiana, ha infatti scoperto che la larva della farfalla Galleria mellonella (più nota col nome anglosassone waxworm), oltre a nutrirsi, come ricorda il suo nome in inglese, della cera prodotta dalle api, è una compulsiva mangiatrice di plastica. La scoperta è avvenuta in modo del tutto casuale: Bertocchi, che è una apicoltrice, ha messo alcune larve in una busta. Avendole dimenticate, le ha lasciate all’interno dell’involucro per alcune ore; tornata a recuperare i vermi, si è resa conto di diversi buchi nel sacchetto.
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La strana scoperta ha portato ad un vero e proprio esperimento, condotto da Bertocchini, insieme ad altri due biologi: Chris Howe e Paolo Bombelli. Il team di biologi ha introdotto in un sacchetto di plastica 100 vermi e ha notato che, già dopo 40 minuti, cominciavano ad apparire i primi fori, che sono diventati evidenti dopo 12 ore.
Gli scienziati hanno scoperto che a permettere alle larve di digerire la plastica è un particolare enzima. Del resto, le larve della Galleria mellonella sono capaci, grazie proprio a questo enzima, di digerire la cera, che è una sorta di plastica naturale.
Isolando l’enzima e scoprendo bene il meccanismo che permette di distruggere la plastica, saremo finalmente vicinissimi ad una soluzione naturale per il problema dell’inquinamento dovuto a materiali plastici.