Uno studio in laboratorio suggerisce che la privazione del sonno possa distruggere una gran quantità di neuroni e sinapsi nel cervello
Non è mai stato un segreto di come le ore di sonno siano una componente importantissima nella giornata di una persona. Spesso abbiamo sentito parlare dei problemi che può comportare dormire poco, questa volta però un gruppo di ricercatori è riuscito a evidenziare una condizione neurologica veramente preoccupante.
È stato infatti evidenziato come il cervello in mancanza di sonno possa iniziare letteralmente a "mangiarsi" da solo, comportando tutta una serie di problemi al livello neurologico.
via The Journal of Neuroscience
Dormire non serve soltanto per ricaricare le energie, durante il giorno infatti accumuliamo attività neurale in eccesso che si può smaltire soltanto con il sonno. È stato scientificamente provato che un sonno povero in termini di ore, alla lunga potrebbe indurre il cervello a perdere una quantità significativa di neuroni e connessioni sinaptiche. A tal proposito un gruppo di ricercatori dell'Università Politecnica delle Marche ha cercato di analizzare la risposta del cervello di mammiferi con cattive abitudini del sonno.
Mentre dormiamo i neuroni nel nostro cervello vengono "rinfrescati" da due tipi di cellule gliali. Le cellule microgliali sono le responsabili della pulizia e la rimozione di tutte quelle cellule vecchie e ormai inutili in un processo chiamato fagocitosi. Il lavoro degli astrociti (altre cellule della glia) è invece rimuovere tutte quelle connessioni ormai non più necessarie in modo da "rinfrescare" il nostro cervello.
Questa pulizia dell'usura neurologica come già detto avviene solitamente mentre dormiamo. È stato notato dai ricercatori che lo stesso processo inizia a verificarsi anche quando perdiamo ore di sonno. Al contrario di quello che può sembrare però non è una buona cosa: il cervello stanco infatti esagera con questa pulizia iniziando a farsi del male da solo, con gli astrociti che iniziano a eliminare sinapsi in realtà ancora utili. Per individuare questa attività neurologica gli scienziati hanno messo a confronto 4 gruppi di topi con differenti livelli di sonno.
Nei due gruppi da più tempo svegli è stata individuata un'attività degli astrociti più alta del normale, che stavano iniziando ad attaccare le sinapsi come solitamente fanno le cellule microgliali nel processo di fagocitosi. In questo processo chiamato appunto fagocitosi astrocitica. Le sinapsi più colpite erano proprio quelle più grandi e più vecchie ovvero quelle più utilizzate nel nostro cervello. Oltre a un'attività sopra la norma degli astrociti, nel gruppo di topi che più erano stati privati del sonno è stata notata anche un'attività molto elevata delle cellule microgliali, spesso associata a malattie neurodegenerative e all'Alzheimer. Nonostante quanto scoperto ancora devono essere associate queste condizioni neurologiche al cervello umano, e solo allora si potrà scoprire di più su queste malattie.