Un'azienda produce un cerotto a base di cannabinoidi che riduce il dolore cronico

di Giuseppe Varriale

19 Marzo 2019

Un'azienda produce un cerotto a base di cannabinoidi che riduce il dolore cronico

Siamo così poco avvezzi a sopportare il dolore che, ad ogni piccolo mal di testa o minimo risentimento muscolare, ci affidiamo agli antinfiammatori. Ibuprofene, paracetamolo, ketoprofene sono alcuni degli antidolorifici più conosciuti, ma questi non possono sempre aiutarci: esistono, infatti, malattie croniche capaci di procurare dolori lancinanti che i normali antidolorifici non riescono a eliminare. Ecco che in questi casi un cerotto a base di cannabis potrebbe rivelarsi la soluzione migliore.

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Negli ultimi anni sono sorti numerosi studi inerenti alle proprietà antinfiammatorie e antidolorifiche della cannabis. Si è scoperto che il sistema nervoso e l’apparato digerente umani posseggono recettori endocannabinoidi responsabili di produrre naturalmente sostanze cannabinoidi. Queste sostanze hanno un ruolo fondamentale per quanto riguarda emozioni, appetito, movimenti e sonno.

Continuando con gli studi su endocannabinoidi e cannabinoidi, i ricercatori hanno capito che la cannabis è capace di fungere da naturale inibitore del dolore. Un inibitore nettamente superiore rispetto ai comuni medicinali ad azione antidolorifica.

Secondo lo studio dell'Università del Michigan, con l'uso della cannabis medica è possibile gestire il dolore cronico. Questo permette di ridurre l’utilizzo di medicinali oppioidi. I pazienti che hanno usato marijuana medica hanno riportato una riduzione del 64% del loro uso dei tradizionali farmaci. La cannabis ha inoltre ridotto il numero di effetti collaterali, migliorando la qualità della vita di chi è affetto da malattie croniche.

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La legalizzazione della marijuana medica negli Stati Uniti ha inoltre ridotto il numero delle morti per overdose del 25%. Diversi studi hanno confermato, infatti, che oltre il 30% della popolazione statunitense fa uso di oppioidi. Questi creano una forte dipendenza, portando il paziente ad assumerne un quantitativo sempre maggiore, con il rischio di incorrere, appunto, in una overdose.

Gli studi condotti dall’Università di Montreal hanno confermato che la cannabis funziona meglio dell’ibuprofene, mentre quelli portati avanti dalla National Pain Foundation (un ente che si è posto il compito di curare una grave malattia del sistema nervoso: la fibromialgia) hanno indicato che il 62% dei pazienti affetti da fibromialgia afferma che la marijuana li ha aiutati a curare il dolore meglio degli oppioidi.

Prendendo spunto da questi studi, la Cannabis Science – un istituto della California specializzato nello sviluppo di cure attraverso cannabinoidi – ha messo a punto un innovativo sistema per la cura del dolore. Si tratta di un cerotto transdermico contenente un estratto di cannabinoidi. Il cerotto, applicato sulla parte del corpo in cui si avverte dolore, fornisce un rilascio controllato del farmaco che, entrando lentamente nel flusso sanguigno, penetra nel sistema nervoso centrale, inibendo il dolore.

Anche se la Cannabis Science e la National Pain Foundation hanno sottolineato che il dolore è solo un sintomo e che la vittoria sulle malattie invalidanti passa dalla sconfitta delle loro cause, il cerotto permette di migliorare sensibilmente la qualità della vita dei pazienti. Siamo perciò di fronte ad un’invenzione di enorme valore.