Gli scienziati hanno risvegliato le cellule di un mammut di 28.000 anni fa... con risultati inquietanti

di Simone Fabriziani

20 Marzo 2019

Gli scienziati hanno risvegliato le cellule di un mammut di 28.000 anni fa... con risultati inquietanti

Tra i più possenti animali dell'era preistorica, i mammut hanno da sempre alimentato stupore e meraviglia tra gli studiosi dell'età primordiale della nostra storia, generando ricerche scientifiche che nel corso della storia hanno portato a scoperte rivoluzionarie.

Un team di scienziati giapponesi è riuscito sorprendentemente a trapiantare cellule dai resti di un mammut preistorico a dei topi; il risultato dell'operazione apre degli scenari fantascientifici.

Mauricio Antòn/wikimedia

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Proprio come nel celebre film Jurassic Park del 1993, alcuni scienziati, guidati dallo studioso giapponese Kazuo Yamagata dell'università di Kindai, hanno operato questo rivoluzionario trapianto di cellule raccogliendo i nuclei di esse dalla carcassa del mammifero preistorico Yuka, vissuto sulla Terra ben 28,000 anni fa; ritrovato in Siberia nel 2010, Yuka è uno degli esemplari di mammut lanoso più incontaminati mai analizzati dalla storia della scienza.

Il materiale organico è difatti meglio preservato in ambienti o temperature particolarmente inospitali, come quelle della gelida Siberia; il freddo permette ai tessuti, alla pelliccia o al cervello dell'animale di sopravvivere.

Nandaro/wikimedia

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Gli scienziati giapponesi sono riusciti ad estrarre 88 cellule dal tessuto muscolare di Yuka, inserendo successivamente il materiale nucleico negli ovociti dei topi, ovvero le uova ancora non feconde prodotte dalle ovaie.

Durante il periodo di incubazione, la scoperta sconvolgente: alcune delle cellule di mammut trapiantate erano ancora attive, seppure per un breve tempo. Nonostante non siano riusciti a mettere in atto la divisione cellulare, i corpi cellulari dell'animale preistorico hanno completato processi fondamentali come quelli legati all'appaiamento dei cromosomi prima che il nucleo cellulare si divida in due.

Nandaro/wikimedia

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La riattivazione di cellule morte non è dunque impossibile e gli studi condotti dal team capitanato da Yamagata supportano la tesi secondo la quale potrebbe aprirsi un futuro, sebbene ancora troppo lontano, in cui gli animali preistorici potrebbero ritornare alla vita. Ma questo non significa che il mammut lanoso possa camminare sul pianeta odierno in men che non si dica.

Nonostante la divisione cellulare non sia avvenuta con Yuki, i risultati della ricerca di Yamagata sono un progresso notevole rispetto ad un studio similare intrapreso nel 2009 su una carcassa preistorica di "soli" 15.000 anni fa, e il prossimo passo per la scienza biologica potrebbe essere addirittura quello della replica e della trascrizione del DNA!

Nandaro/wikimedia

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Una prospettiva che assomiglia più ad un film di fantascienza che a ricerche reali, eppure la ricerca più recente sta attualmente dibattendo sulle conseguenze di tali esperimenti di attivazione di cellule morte da migliaia di anni; tale processo di de-estinzione delle specie preistoriche potrebbe trasformarsi più in una minaccia per l'equilibrio del pianeta che in un progresso benefico.

Non pensate anche voi che sia più consono alla ricerca scientifica preservare le specie attualmente in estinzione a causa dei danni della tecnologia umana che provare a risvegliare le creature del nostro passato primordiale?