L'immagine del secolo: gli scienziati fotografano un buco nero per la prima volta nella storia
I buchi neri sono alcuni tra gli argomenti che di più affascinano gli studiosi e gli appassionati di astronomia. Questi oggetti cosmici, caratterizzati da una densità così alta da attirare qualsiasi cosa vi orbiti intorno, compresa la luce, sono stati oggetto di studi indiretti per decenni: essendo impossibile esplorarli direttamente, venivano studiati attraverso il comportamento di oggetti ad essi vicini, come stelle o nubi di gas che reagivano a questa enorme massa invisibile.
Un team di 250 scienziati di 18 nazioni diverse (per un totale di circa 30 istituti) è riuscito però a porre un traguardo storico nello studio di questi corpi: un buco nero è stato infatti fotografato per la prima volta nella storia.
Protagonista dell'impresa è l'Event Horizon Telescope, cioè una collaborazione tra molti radiotelescopi disseminati in tutto il mondo; unendo le forze, questi hanno creato una sorta di maxi-telescopio grande quanto la Terra, in grado di intercettare le onde radio emesse dai fotoni che si trovano nell'area intorno al buco nero appena prima di essere inghiottiti. Ed è proprio grazie a loro che possiamo vedere questa sorprendente immagine del buco nero M87, situato al centro della galassia VirgoA.
Non dobbiamo però pensare che la foto sia stata scattata in una frazione di secondo, come quelle a cui siamo abituati. Ogni stazione di osservazione, ad aprile del 2017, ha catturato le informazioni provenienti da quella zona dell'universo per vari giorni consecutivi. I dati di ogni radiotelescopio, uniti ai dati raccolti da tutti gli altri, sono stati poi rielaborati nell'arco di due anni dai massimi esperti di strumentazione, software e modelli teorici.
Il risultato della complessa rielaborazione è l'immagine del buco nero, o meglio l'immagine dell'ombra scura che il buco nero, impossibile fa "fotografare" nel senso stretto del termine poiché non emette luce, proietta sul chiarore circostante.
Un traguardo di portata mondiale che apre ad entusiasmanti scenari nello studio dei corpi spaziali, e che forse ci fa capire qualcosa in più di questo misterioso ambito della scienza.