Sempre più ricerche scientifiche scoprono uno strano legame tra vegetarianesimo e depressione
Al crescere della popolazione che sceglie di passare ad una dieta che non preveda carne o che escluda completamente proteine animali, la scienza si è interessata ad indagare in maniera più approfondita la natura di questa scelta.
Uno studio in particolare ha suscitato sorpresa e curiosità, avendo individuato una correlazione tra vegetarianesimo e depressione. In realtà non è l'unico, anzi, la letteratura scientifica è ricca di indagini che sono giunte alla stessa conclusione.
In uno studio tedesco, che ha preso in esame un campione rappresentativo di 4.116 persone vegetariane, prevalentemente vegetariane e non vegetariane, è stato messo in luce come periodi depressivi avessero caratterizzato più frequentemente la vita di chi non assumeva carne, rispetto a chi ne mangiava regolarmente.
In un altro studio con oggetto 90.000 volontari, i ricercatori francesi hanno osservato gli effetti dell'abbandono di varie tipologie di alimenti. Gli effetti più gravi si sono riscontrati in chi abbandonava i quattro tipi di alimenti di derivazione animale (carne rossa, pollame, pesce e latticini), con un rischio maggiorato di due volte e mezzo di soffrire di depressione
Ancora, uno studio australiano ha studiato la tendenza a sviluppare sintomi depressivi in un campione molto variegato di persone con differenti abitudini alimentari – 330 vegetariani, 330 persone che mangiavano molta carne, 330 persone che mangiavano meno carne, e 330 persone che prediligevano maggiormente frutta e verdura. Particolare attenzione è stata messa nel creare gruppi disomogenei in sesso, età ed estrazione sociale. I risultati hanno riportato che i vegetariani correvano un rischio doppio di soffrire di disturbi mentali, ansia e depressione, rispetto agli altri gruppi
Una spiegazione all'esistenza dei risultati delle indagini scientifiche non c'è: difficile dire che il passaggio ad un regime vegano o vegetariano sia la causa della pressione, anzi è del tutto sbagliato in mancanza di altri dati. Ciò che è certo è che esiste una correlazione tra i due fenomeni.
Alla luce dell'assenza della relazione causa-effetto, si possono ipotizzare altre spiegazioni: si può pensare, ad esempio, che una dieta senza proteine animali modifichi il microbioma o la chimica cerebrale, innescando sintomi depressivi. O più probabilmente che è possibile che alcuni tratti caratteriali predispongano sia a diventare veg/vegetari-ani che alla depressione.
Riportando poi alcune esperienze personali è facile capire come in alcuni contesti scegliere di non mangiare carne favorisca l'isolamento sociale: molti vegetariani o vegani riferiscono di aver ricevuto meno inviti a cena fuori nel momento in cui hanno deciso di escludere la carne dalla dieta, o di essere i primi a limitare gli incontri con chi non condivide la stessa scelta. Si viene a creare così una sorta di isolamento, prolifico per l'insorgenza di sintomi depressivi.
C'è chi infine sostiene che "semplicemente" essere vegetariani o vegani significhi essere più sensibili alle tematiche ambientali e consapevoli della sofferenza animale: una condizione indubbiamente più "deprimente" rispetto ad una beata ignoranza.
Source:
- https://ijbnpa.biomedcentral.com/articles/10.1186/1479-5868-9-67
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0195666318309309
- https://journals.plos.org/plosone/article?id=10.1371/journal.pone.0088278
- https://www.mdpi.com/2072-6643/10/11/1695