Una scienziata ha inventato una plastica che si dissolve in acqua e che potrebbe salvare i nostri mari
Negli ultimi tempi viene sempre più sottolineato quanto nefasto sia l'utilizzo della plastica. A risentirne sono soprattutto i mari e le creature che li abitano. Molte campagne di sensibilizzazione provano a far capire all'umanità che continuare su questa china porterà alla distruzione di ogni ecosistema marino. Purtroppo, i moniti sembrano vani.
Fortunatamente c'è gente, come Sharon Barak, che è riuscita a dare una vera svolta alla guerra contro l'inquinamento, inventando un materiale che si biodegrada in acqua.
Barak è una giovane donna israelita che, dopo aver studiato economia a Tel Aviv e aver lavorato in diverse aziende, ha deciso di abbandonare il suo lavoro per utilizzare tutte le sue energie nella lotta contro l'inquinamento. Ha così fondato una start-up, di cui è ora amministratrice delegata, dal nome "Solutum", che ha deciso di investire in un innovativo progetto.
Dopo alcuni anni di ricerca, Barak e il team della "Solutum" hanno scoperto come creare un materiale completamente biodegradabile. L'invenzione della donna consiste in una fibra – simile alla plastica nell'aspetto, al tatto e nell'utilizzo – che si biodegrada al contatto con l'acqua.
Il nuovo materiale segnerebbe una svolta radicale nella soluzione del problema della plastica poiché si degrada facilmente, al contrario della plastica che utilizziamo quotidianamente la quale continua a galleggiare nei nostri mari per centinaia di anni: è stato infatti scoperto che il tempo medio di smaltimento della plastica varia dai 50 ai 450 anni.
Il nuovo materiale, invece, si biodegrada in acqua in poco più di 2 minuti. Ma l'aspetto più interessante è che la soluzione acquosa derivante della biodegradazione del materiale di Barak può essere addirittura bevuta senza arrecare alcun danno. Tutto ciò significa che le buste di plastica del futuro potrebbero anche essere gettate in mare senza rappresentare un rischio per le specie animali marine.
Ad oggi, come sostengono i produttori della "finta plastica", è facile produrre qualsiasi tipo di involucro o busta, ma l'innovativo materiale non è ancora acquistabile. Speriamo, a questo punto, che possa presto entrare in commercio e salvare finalmente i nostri mari.