A distanza di oltre 70 anni dalla fine della guerra, la Grecia chiede i danni alla Germania
Su qualunque libro di Storia oggi è possibile conoscere ciò che è successo a partire dal 1939 e ciò che ancora molte persone anziane possono testimoniare: lo scoppio della Seconda Guerra Mondiale.
Per quanto dopo le pagine dedicate al secondo conflitto mondiale ce ne siano molte altre che trattano argomenti storici più recenti, il capitolo è tutt'altro che chiuso: non solo alcune città mostrano ancora i segni della guerra, ma alcuni Paesi reclamano un risarcimento a loro parere mai ottenuto, per i danni arrecati durante i conflitti da parte degli offensori.
È il caso della Grecia che ora chiede alla Germania che vengano risolti tutti i debiti di risarcimento storico e morale, a più di 70 anni dalla liberazione dall'occupazione nazista.
Era il 1941 quando le Forze Armate tedesche invasero la Grecia per dare supporto all'alleato italiano, da mesi bloccato in un deludente conflitto contro l'esercito greco.
L'intervento tedesco fu al solito spietato e indifferente al coinvolgimento di civili, uomini, donne e bambini: l'invasione nazista durò circa 3 anni, fino al 1944, quando le truppe dell'Asse furono costrette a ritirarsi sotto pressione degli Alleati – ma la liberazione ufficiale della Grecia viene fatta risalire al 1945, quando anche Creta e altre isole dell'Egeo vennero abbandonate.
A distanza di oltre 70 anni, però, e nonostante i trattati di pace susseguiti alla guerra, volti ad "appianare" tutte le tensioni nella zona europea, la questione sembra tutt'altro che risolta. La Grecia, infatti, si è recentemente unita a quei paesi che sostengono di dover ancora ricevere i dovuti risarcimenti, storici e morali, dalla Germania.
Attraverso una mozione parlamentare votata a grande maggioranza, la Grecia ha deciso di avviare le pratiche ufficiali per contestare alla Germania il debito mai assolto di 290 miliardi di euro: una cifra calcolata sulla base dell'entità delle distruzioni e i massacri portati avanti dal Terzo Reich all'epoca dell'invasione del territorio greco.
Υπουργείο Εξωτερικών/Wikimedia Commons
"La richiesta dei pagamenti del risarcimento è per noi un dovere storico e morale", ha affermato il premier greco Alexis Tsipras in sede parlamentare, durante la discussione del provvedimento contro la Germania.
La Germania, dal canto suo, respinge ogni tipo di accusa per quanto riconosca "quale sia la [...] grande colpa e quanta sofferenza la Germania e i tedeschi hanno abbattuto sulla Grecia ai tempi del nazionalsocialismo", riportando le parole del portavoce della cancelliera, Steffen Seibert. Secondo il governo tedesco, infatti, tutto sarebbe stato regolato a suo tempo dal Trattato due più quattro del 1990, dove si stabiliva l'inesistenza di altri debiti dovuti oltre a quelli già estinti.
La questione è tutt'altro che semplice, tanto che anche gli storici e i giuristi sono contraddetti, mentre aleggia l'ipotesi di fare ricorso al tribunale dell'Aja se il provvedimento greco dovesse avere seguito.
Per molti le turbolenze mai del tutto estinte in area euro sono il risultato di una frettolosa riparazione ad un danno troppo grande, come quello lasciato dalla Seconda Guerra Mondiale: non bastano firme di trattati, strette di mano tra governanti e cifre in denaro esorbitanti a cancellare le ferite profonde che solo un conflitto guidato dalla follia è capace di arrecare.