Dire sempre di sì ci rende infelici: 6 consigli per imparare a dire qualche "no" in più

di REDAZIONE

01 Maggio 2019

Dire sempre di sì ci rende infelici: 6 consigli per imparare a dire qualche "no" in più

Aiutare gli altri è bello, e farlo in maniera disinteressata è forse ancora meglio. Dare il nostro sostegno in momenti difficili, dagli affetti al lavoro, passando per molte altre situazioni, è una cosa che spesso riesce a fare del bene prima di tutto a noi stessi, al nostro umore e al nostro senso di realizzazione.

Come in ogni cosa, però, occorre darsi dei limiti. Frequentemente, infatti, le persone si trovano in situazioni in cui non vorrebbero fare qualcosa, ma non riescono a dire "no" a chi glielo chiede.

Paura di deludere? Mancanza di coraggio? Bisogno di affermazione? I motivi possono essere molti, ma ciò non deve arrivare a causare stress, infelicità o addirittura crolli emotivi.

Che si tratti di semplici favori, impegni di lavoro o di famiglia, questa piccola "guida al no" aiuterà le persone troppo accomodanti con sei consigli utili per uscire dalla "spirale del sì".

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  • 1. Pensiamo ai motivi per cui lo facciamo. Quali sentimenti ci spingono a dire sempre "sì" a tutto? Chiediamoci perché in alcune situazioni siamo portati a farlo, e per quale motivo a volte usciamo da una conversazione con un "mezzo sì", che poi magari darà all'altra persona l'impressione di una nostra disponibilità totale
  • 2. Concediamoci davvero il permesso di dire "no". Potremmo pensare di essere capaci, in teoria, a negare il nostro aiuto. Ma siamo veramente in grado di farlo in pratica? Cerchiamo di capire se valutiamo il nostro tempo prezioso come quello degli altri: solo a quel punto meriteremo di dire "no".
  • 3. Contiamo fino a cinque prima di dire "sì". Spesso rispondiamo in maniera avventata per toglierci da situazioni imbarazzanti, o semplicemente per compiacere l'interlocutore. Ma se parliamo senza pensare troppo, ci neghiamo l'opportunità di capire bene cosa stiamo facendo. Cerchiamo di non rispondere solo per riflesso: occorre una piccola pausa prima di farlo, così da trovare le parole giuste e non pentirsi di ciò che si è detto.
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  • 4. Un "no" può essere risoluto ma gentile. Molte persone pensano che il rifiuto implichi per forza uno sgarbo, un torto o un affronto. Non è così: possiamo essere risoluti e amichevoli allo stesso tempo, magari aiutandoci con espressioni facciali non dure e un linguaggio del corpo che le assecondi.
  • 5. Non perdiamoci in troppe spiegazioni. Spesso proviamo a rispondere con un "no", che poi gradualmente diventa un "sì". Come succede? Se iniziamo a dare troppe spiegazioni al nostro rifiuto, potremmo ritrovarci in un vicolo cieco, e lasciar vedere un'apertura al nostro interlocutore. Invece di spiegare troppo, se lo riteniamo opportuno, basta dire "mi dispiace, ma non posso". 
  • 6. Finiamo con chiarezza. A volte, dopo troppe spiegazioni o giustificazioni, potrebbe non essere ben chiaro cosa abbiamo effettivamente risposto a chi ci ha fatto una richiesta. Assicuriamoci che la nostra posizione sia stata compresa, altrimenti la prossima volta potremmo ricevere nuovamente la stessa domanda, o riprendere la conversazione da dove si era interrotta.