Leoni cresciuti nelle gabbie e poi uccisi per diletto da cacciatori paganti: svelata un'orrenda realtà
La chiamano "caccia in scatola", e già dal nome non si percepisce nulla di buono. Si tratta di una pratica raccapricciante messa in atto in Sudafrica, che vede animali selvatici nati e cresciuti in gabbia, per poi essere uccisi da cacciatori benestanti.
Un business con cifre da capogiro, visto che questi facoltosi uomini armati sono disposti a sborsare fino a 50.000 dollari per provare il "brivido" di uccidere un leone con le loro mani. Gli animali vengono tenuti in piccole gabbie recintate, allevati esclusivamente per essere bersagli di questi macabri divertimenti.
via Theguardian.com
Più l'animale è grande, più si paga: una sanguinosa farsa in cui i leoni sono semplicemente "merce", "oggetti" che fanno fare soldi.
Già, perché una volta uccisi, il destino dei maestosi felini selvatici continua a essere brutale. Le loro ossa, infatti, vengono utilizzate per produrre farmaci e vendute "al chilo" a Paesi come Vietnam, Thailandia e Laos.
Le inchieste hanno stimato che dal Sudafrica, dove esistono vere e proprie "fattorie" che si dedicano a questa occupazione, vengono esportati circa 800 scheletri di leoni allevati e uccisi in cattività, che arrivano a costare oltre 100 dollari al chilo, e fino a 6.000 per uno scheletro intero.
E i leoni destinati a queste terribili pratiche, sempre secondo le indagini e le denunce degli ambientalisti, potrebbero arrivare a essere circa 12.000.
Il caso è stato reso noto da più parti: le ultime rivelazioni con cifre e dettagli sono arrivate dal politico britannico Michael Ashcroft. Tuttavia, una necessaria e urgente soluzione che metta fine una volta per tutte a queste orribili pratiche sembra ancora essere lontana.
Lord Ashcroft on Wildlife/Youtube
Anzi, la prospettiva più reale è che in Sudafrica, e non solo, esistano tanti altri centri di allevamento di questo tipo che, essendo del tutto illegali, riescono a sfuggire a qualsiasi tipo di censimento.
La spietatezza dell'uomo sembra non avere fine, tanto da rendere ancora più crudele una pratica come quella bracconaggio.
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