Un drone consegna il rene per un trapianto: è la prima volta nella storia della medicina
Gli aeromobili a pilotaggio remoto (APR), meglio conosciuti come droni, sono velivoli caratterizzati dall'assenza di pilota a bordo. Negli ultimi tempi, questi congegni hanno consolidato il proprio utilizzo sia in ambito militare che civile. I vantaggi offerti sono tanti: la possibilità di avvicinarsi molto all'obiettivo, la capacità di muoversi più velocemente rispetto ad altri mezzi.
Per queste attitudini, i droni sono stati scelti come mezzo per il trasporto di organi.
È della fine di aprile 2019 la notizia del primo trasporto di rene da trapiantare attraverso l'utilizzo di un drone. Il veicolo ha percorso circa 5 chilometri per trasportare un rene dal Saint Agnes Hospital allo University of Maryland Medical Center (UMMC), entrambi ubicati a Baltimora nel Maryland. Il volo è durato poco più di 10 minuti.
Ad attendere l'organo c'era una donna di 44 anni che, dopo un decennio di dialisi, ha avuto la possibilità di migliorare di molto la propria aspettativa e qualità di vita.
Il prezioso carico è giunto a destinazione grazie ad un sistema di aeromobili senza equipaggio costruito su misura ed è stato tenuto sotto stretto controllo tramite un apparato ad alta tecnologia progettato appositamente per il mantenimento e il monitoraggio di un organo umano vitale.
E. Albert Reece, professore dell'UMMC, si è detto entusiasta per la buona riuscita di questo primo trasporto di organo umano da remoto. Il nuovo sistema, infatti, permette di trasportare gli organi molto più velocemente, evitando ritardi compromettenti: non era raro, ha dichiarato Reece, che organi da trapiantare arrivassero con ore di ritardo, compromettendo la loro utilizzabilità. Un'ottima notizia per i 114.000 pazienti americani in attesa di un trapianto.
La speranza è che questo nuovo sistema possa consolidarsi in tutti gli ospedali del mondo, velocizzando il trasporto di organi umani e le aspettative di vita di molte altre centinaia di migliaia di persone nel mondo.