Azzurro per i maschietti e rosa per le femminucce? Anticamente non era affatto così
Blu come maschile e rosa come femminile. Probabilmente non esiste miglior modo per rappresentare una distinzione di genere profondamente radicata nella nostra cultura – e che, a dirla tutta, sarebbe anche ora di superare.
Nonostante in tempi recenti il concetto e il significato della parola "genere" stiano cambiando parecchio e assumendo contorni meno definiti rispetto alle loro percezioni più antiche, esistono ancora elementi che creano differenze, a partire dai colori.
Ma è sempre stato così? Non proprio, visto che questa fondamentale divisione tra rosa e azzurro è qualcosa di relativamente recente.
Honolulu Museum of Art/Wikimedia
C'è stato un tempo, infatti, in cui i colori non erano usati per distinguere maschi e femmine. Lo dimostrano gli studi di Jo B. Paoletti, professore dell'Università del Maryland, nonché autore di Pink and blue: telling the boys from the girls in America.
L'epoca in questione non è neanche troppo remota. Basta tornare alla metà dell'Ottocento per accorgersi che, fino a quel momento, bambini e bambine erano semplicemente vestiti di bianco, colore più facile da pulire in caso di sporco.
In seguito, per vestire i più piccoli è stata la volta dei colori pastello e dei toni chiari e, qualche anno più tardi, la divisione rosa-azzurro è diventata d'obbligo.
Ma è qui che gli studiosi hanno scoperto qualcosa di insolito. Ai maschietti, infatti, era destinato il rosa, mentre alle femminucce l'azzurro o il blu.
Il motivo? Secondo le teorie più comuni, l'azzurro era associato alla Vergine Maria, mentre il rosa - derivato dal rosso - rimandava a forza e virilità.
Queste teorie trovano riscontro anche negli scritti di Gavin Evans, fotografo, scrittore ed esperto di colori. Proprio lui ha rivelato che la distinzione di colori opposta a quella odierna per maschi e femmine era la regola.
Dunque, quando è cambiato tutto per diventare com'è oggi? Il mutamento sembra essere cominciato a partire dal secondo dopoguerra.
Forse per una maggiore presenza delle donne nella vita pubblica, o forse per semplici ragioni di moda (gli studiosi indicano soprattutto l'influenza della moda francese, in cui il rosa era tradizionalmente associato alla femminilità), il rosa ha cominciato a essere visto come più adatto al genere femminile, mentre l'azzurro acquistava virilità e mascolinità.
E il divario si è ampliato nel corso degli anni, fino a diventare un vero e proprio tratto distintivo, specialmente negli articoli per l'infanzia.
Alla luce della curiosa storia di questi due colori, verrebbe da chiedersi quale sarà il destino di rosa e azzurro nei prossimi anni, visto che differenze e stereotipi di genere stanno via via lasciando il posto a un doveroso senso di uguaglianza e parità.