Un matematico sviluppa un pesticida naturale in grado di proteggere le piante senza uccidere le api

di REDAZIONE

09 Maggio 2019

Un matematico sviluppa un pesticida naturale in grado di proteggere le piante senza uccidere le api

Ci interroghiamo spesso sulla qualità e la provenienza dei cibi che quotidianamente mettiamo sulla nostra tavola.

Ciò che mangiamo fa parte di noi: tanto più sarà salutare, tanto meglio staremo noi. In questo, l'utilizzo di pesticidi e concimi potenzialmente dannosi in agricoltura rappresenta un problema fondamentale da risolvere.

Per far crescere le piante in modo sano e libero da parassiti, è frequente cospargerle di sostanze chimiche che le proteggano. Ma quali sono le conseguenze di queste pratiche?

skeeze/Pixabay

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Utilizzare pesticidi e agenti chimici per rendere frutta e verdura "perfette" lascia tracce pericolose, da non sottovalutare. Le sostanze in questione possono infatti danneggiare pesantemente terreni, acque, animali e insetti che si posano sulle piante trattate.

Da anni si cercano soluzioni alternative e più sostenibili. Di recente, tuttavia, ha suscitato particolare interesse la ricerca condotta da Konstantin Blyuss, matematico dell'University of Sussex e pubblicata sulla rivista Frontiers in Plant Science.

Per salvaguardare l'ambiente circostante alle piante trattate con i pericolosi pesticidi, lo scienziato ha sperimentato l'utilizzo di batteri appositamente selezionati perché non tossici, ma prodotti dallo stesso terreno.

hpgruesen/Pixnio

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Lasciare che sia la natura a difendersi da se stessa: questo il principio che sta alla base dello studio di Blyuss. I geni "protettori" vivono naturalmente nel terreno, non sono tossici e possono aiutare le piante a difendersi in maniera naturale. 

La novità consiste nel selezionare questi microrganismi presenti in natura creando dei biostimolanti in grado di uccidere i nematodi, vermi minuscoli in grado di arrecare danni pesantissimi alle coltivazioni.

Tramite l'interferenza dell'RNA si spegne la produzione delle proteine necessarie per la proliferazione e riproduzione di questi vermi e, attraverso i biostimolanti con i batteri "naturali" iniettati nel terreno, le piante hanno un'autodifesa fortissima già al loro interno.

Jai79/Pixabay

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L'innovativa tecnica di protezione agricola sperimentata dallo studioso inglese consente quindi sia di migliorare le possibilità di sopravvivenza delle piante fino al 92% in più, sia, allo stesso tempo, di ridurre le infestazioni da nematodi fino all'83% rispetto alle coltivazioni tradizionali. Il tutto senza mettere a rischio api, uccelli, corsi d'acqua, terreni e tutto ciò che "interagisce" con le colture.

Un approccio rivoluzionario e alternativo, che fa ben sperare per il futuro. Attraverso progettazioni specifiche fatte al computer e previsioni matematiche dei risultati, Blyuss è riuscito a mettere a punto un sistema davvero innovativo che, se potenziato e utilizzato su larga scala, potrebbe davvero ridurre i rischi di avvelenamento nei nostri cibi.