È morta l'ultima femmina "conosciuta" di questa rarissima specie di tartaruga: il rischio di estinzione è altissimo
Può arrivare a pesare fino a 130 chili e vivere per oltre cento anni. È l'enorme tartaruga a guscio morbido Swinhoe, conosciuta anche con il nome scientifico Rafetus swinhoei, o tartaruga dello Yangtze o Shanghai.
Un animale affascinante e rarissimo diffuso tra Cina e Vietnam che, a differenza di altre specie di tartarughe, è caratterizzato da un dorso non duro, ricoperto di pelle coriacea.
Per questo rettile il rischio di estinzione è altissimo, tanto da essere classificato come "critico".
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Dal 15 aprile 2019, purtroppo, la situazione si è ulteriormente aggravata, visto che è venuto a mancare l'ultimo esemplare femmina conosciuto, che viveva allo zoo di Suzhou, in Cina.
L'animale aveva circa 90 anni, e per quasi un'intera giornata i funzionari della struttura in cui era ospitato hanno tentato di rianimarlo, senza riuscirci. I media locali hanno riferito che il decesso della tartaruga gigante potrebbe essere arrivato dopo una procedura di inseminazione artificiale portata avanti dai veterinari (il quarto tentativo effettuato senza successo dal 2008).
Tuttavia, secondo i medici, l'animale era in buona salute e il procedimento non sembrava aver dato problemi. Le cause della morte, per questo, rimangono ancora sotto esame.
Dopo la morte dell'esemplare femmina ospitato allo zoo di Suzhou, in questo momento al mondo rimangono soltanto tre esemplari di tartaruga gigante Swinhoe a guscio morbido. Vivono liberi in Vietnam, ma il loro genere non è conosciuto.
Per questo, le speranze di sopravvivenza della specie sono davvero appese a un filo. Gli sforzi che si stanno compiendo per preservarla sono molti.
Dall'esemplare deceduto è stato infatti prelevato del tessuto ovarico, per conservarlo in azoto liquido. La Wildlife Conservation Society, però, ha avvertito che è necessario un lavoro congiunto tra i governi di Cina e Vietnam per la salvezza dell'enorme rettile.
L'altissimo rischio di estinzione della tartaruga a guscio morbido dello Yangtze è stato determinato in maniera fondamentale dalle attività umane.
Il suo habitat, infatti, è stato messo a dura prova da distruzioni e devastazioni. L'animale, poi, è stato spesso oggetto di caccia illegale e bracconaggio, e considerato come un vero e proprio "trofeo" da esibire in caso di cattura. Come se non bastasse, ossa e parti del suo scheletro sono state spesso utilizzate in medicina.