Raccolte in 10 mesi oltre 14 tonnellate di rifiuti dal Mar Adriatico: ecco i dati incredibili
I rischi di inquinamento ambientale sono dietro l'angolo, non più futuro possibile ma vera e propria realtà che ci siamo costruiti, più o meno inconsapevolmente, nei decenni passati e che ora sembra più un incubo ad occhi aperti. Tra gli agenti che più contribuiscono all'inquinamento ci sono le plastiche in tutte le sue sfaccettature, ma non solo. Immaginate quanta varietà e quanta quantità di rifiuti posso essere scovati nelle profondità del mare; ne sanno qualcosa i pescatori e gli enti locali dell'ISPRA di Chioggia.
L'ISPRA, in collaborazione con la marineria di Chioggia e gli enti amministrativi della zona, hanno dato il via all'iniziativa Fishing for Litter, che fa parte del progetto sullo studio dell'inquinamento del mare partito dalle menti organizzative di stampo internazionale di ML-Repair; in dieci mesi (dal luglio 2018 ad aprile 2019) l'iniziativa ha portato alla raccolta record di 14 tonnellate di rifiuti dai fondali del Mar Adriatico tra i territori di Italia e Croazia.
Delle 14 tonnellate, il 33% è costituito da oggetti di uso comune (lattine, buste di plastica, bottiglie ed imballaggi di vario tipo), mentre il 28% in attrezzi per mitilicoltura (reti utilizzate per la cattura delle cozze); un 22% è inoltre costituito da reti e strutture in gomma per la pesca , mentre il restante 16% in cime, cavi, parabordi, boe e galleggianti.
Insomma, una raccolta di oggetti tra i più disparati che non fanno altro che confermare come, a soffrire maggiormente delle conseguenze dell'inquinamento ambientale, sono i nostri fondali marini; inutile aggiungere che l'iniziativa dell'ISPRA italiana assieme agli sforzi del progetto istituito da ML-Repair non aprono ad un futuro roseo.
Eppure, sono notizie di prese di posizione come queste che ci fanno tuttavia sperare per un orizzonte in cui le conseguenze dell'inquinamento dell'ambiente possano trovare una soluzione definitiva.