Stop agli imballaggi in plastica per una settimana: l'iniziativa di Zero Waste raccoglie migliaia di adesioni
Immaginiamo una nostra spesa "tipo" al supermercato. Pensando agli alimenti che mettiamo nel nostro carrello, quanti di essi sono avvolti nella plastica? Probabilmente la maggior parte.
Frutta e verdura spesso sono ospitate in vaschette o involucri di plastica, a loro volta sigillati in pellicole trasparenti (sempre di plastica, ovvio). Magari anche due banane, una cipolla o tre zucchine: non conta la quantità, la plastica è sempre lì.
Semplici gesti e oggetti di uso comune, che magari acquistiamo senza troppi pensieri, nascondono grosse insidie per la salute del nostro ecosistema. La plastica, come sappiamo ormai molto bene, rischia di andare a finire nei mari, diventare "cibo" per chi li popola e, alla fine, anche per noi.
Come dare un contributo concreto in prima persona? Se lo è chiesto la sezione spagnola dell'associazione ambientalista Zero Waste che, supportata da Greenpeace Spagna, proprio in questi giorni ha lanciato una campagna social di boicottaggio di tutti gli alimenti imballati nella plastica per una settimana.
Sebbene siano circolate notizie che definivano "bufala" questa iniziativa, basta leggere sulle pagine delle stesse associazioni per trovare conferme e dettagli sull'evento.
Dal 3 al 9 giugno, per "dare un segnale alle aziende alimentari", Zero Waste propone a tutti di non comprare frutta e verdura messa in vaschette o confezioni ottenute partendo dal petrolio.
Le adesioni si stanno moltiplicando in tutto il mondo. Il sostegno di massa a un'iniziativa del genere potrebbe rappresentare un primo passo concreto per far capire a chi può invertire la rotta che è giunto il momento di ripensare anche alle cose più semplici in chiave ecosostenibile.
Magari sarà proprio con gesti diffusi come questo che si passerà a non acquistare più così tanta plastica in maniera continuativa, favorendo la diffusione di imballaggi biodegradabili e riciclabili.
La sicurezza e la sterilità che questi involucri promettono sono infatti spesso convinzioni errate. Come fanno sapere dalle associazioni coinvolte nell'iniziativa, frutta e verdura sono naturalmente protette dalle bucce e, anche qualora non le avessero, andrebbero lavate prima di essere consumate.
Iniziative del genere rappresentano una via utile e diffusa per far capire al mondo che potremmo essere prima di tutto noi stessi a mettere fine alla contaminazione da plastica.