Un fiume di plastica: le sconvolgenti immagini del Sarno completamente invaso dai rifiuti
Potremmo dire che si tratta di una triste evidenza di quanto spesso si teme per l'inquinamento da plastica. Lo scenario che gli attivisti di Greenpeace e Castalia si sono trovati davanti in Campania è stato davvero agghiacciante.
Siamo alla foce del fiume Sarno, tra Napoli e Salerno. Durante le attività di documentazione e ricerca svolte in occasione del tour "MayDay Sos Plastica", questa è stata una delle zone monitorate che ha dato i risultati più allarmanti.
Il fiume campano, dal corso breve (soltanto 24 chilometri), è apparso completamente contaminato da rifiuti plastici di ogni genere, specie in prossimità della foce, sia sul letto che allo sbocco nel Tirreno.
Come una "pista" in costante movimento, il Sarno trasporta dall'entroterra al mare quantità enormi di plastica, visibile e non visibile. Già, perché oltre agli oggetti trovati nelle sue acque, esistono anche le microplastiche, particelle più piccole di 5 millimetri o non visibili a occhio nudo, ma altrettanto inquinanti.
Il tour di Greenpeace, svolto in collaborazione con The Blue Dream Project e l'Università Politecnica delle Marche è un'occasione importante per fare il punto sulla situazione dell'inquinamento plastico in Italia, specie nelle zone tirreniche centrali.
Quanto sta emergendo dall'iniziativa non è affatto rassicurante. Anche nel Bel Paese le concentrazioni di rifiuti nelle acque di fiumi, laghi e mari hanno raggiunto livelli poco tollerabili, con vortici di accumulo e rischi altissimi per la fauna che li popola.
I cetacei, a questo proposito, risultano essere le specie più colpite e messe a repentaglio da questo annoso problema. Gli esemplari spiaggiati e trovati con frammenti di plastica nello stomaco sono molti e continuano ad aumentare.
Un cambio di rotta è dunque quanto mai urgente. Solo prendendo realmente coscienza del problema e affrontandolo intervenendo dalla radice si potrà scongiurare il peggio, per il nostro ambiente e la nostra salute.