Un artista dipinge sulla facciata di un palazzo un'enorme libreria con i titoli preferiti degli inquilini
Un'enorme libreria con scaffali pieni di testi, alta tre piani: qualunque appassionato di libri la vorrebbe in casa sua e, grazie al talento di un artista di strada olandese, in un condominio di Utrecht è quasi realtà.
Abbiamo scritto "quasi" perché l'edificio in questione contiene libri non propriamente reali, ma dipinti con un realismo e una verosimiglianza davvero stupefacenti.
Chi transita per la strada della città olandese non può rimanere indifferente davanti a uno spettacolo del genere. Si tratta di un'ottima idea per rendere "vive" anche grigie costruzioni di periferia, in maniera condivisa e originale. Vediamo quindi come ha avuto origine questa particolarissima libreria.
L'autore di questi grandi scaffali pieni di libri dipinti sul palazzo di Utrecht è Jan Is De Man, artista di strada che, insieme al collega Deef Feed, ha deciso di dare un contributo evidente all'arredo urbano.
Per il massimo del realismo, la tecnica da utilizzare non poteva che essere quella del trompe l'oeil, grazie alla quale all'osservatore sembra di trovarsi davanti a oggetti veri e tridimensionali.
Ovviamente, non si è trattato di un progetto "campato in aria" o frutto dell'improvvisazione. La libreria di Jan Is De Man è stata pianificata in maniera precisa, tenendo conto della forma e delle caratteristiche del palazzo e, soprattutto, coinvolgendo gli abitanti della zona.
Uno dei punti forti di quest'opera sta proprio nel coinvolgimento degli abitanti del quartiere. A molti residenti, infatti, è stato chiesto quali fossero i loro libri preferiti. Essendo una zona piuttosto multietnica, il risultato è stata un'opera che ha messo insieme, attraverso la letteratura, 8 lingue e culture diverse.
La pluralità e il multiculturalismo di questo murales hanno fatto sì che ogni abitante lo vivesse un po' come se fosse anche la "sua" opera d'arte. Concetti innovativi, che De Man è riuscito a diffondere oltre divisioni politiche, religiose ed etniche.
Oltre al notevole impatto artistico che l'enorme libreria offre a chiunque la osservi, forse proprio il concetto di unione tramite l'arte è il merito maggiore del giovane pittore e dei suoi collaboratori.
Includere tutti e condividere con un intero quartiere un progetto del genere significa, specie per un artista di strada, non chiudersi in opere individuali e autoreferenziali, magari lasciate sul vagone di un treno, su un muro abbandonato o su un vecchio edificio, con risultati davvero strepitosi.
Che ne pensate? Vorreste una libreria così anche sui muri di casa vostra?